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Un viaggio in musica

di Teresa Pugliese

Numero 189 - Giugno 2018

Gli Sleepwalker's Station presentano “Lorca” il loro nuovo album, cantato in 5 lingue e 4 dialetti, dove culture, suoni e parole diverse si uniscono in musica


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Gli Sleepwalker's Station sono una band indie folk che ha girato il mondo collezionando più di 700 concerti dal vivo. Italiani, tedeschi e spagnoli, un meraviglioso melting pot di culture, suoni, parole e note che si riuniscono in una musica dal sound originale ed innovativo. Il 4 maggio è uscito il loro nuovo album “Lorca”, masterizzato nei JJ Golden Studios, in California, anticipato dal singolo “Uno di noi”. Un disco originale e insolito: 14 brani cantati in 5 lingue, 4 dialetti, e con ben 22 musicisti provenienti dall'Emilia-Romagna, dalla Baviera, dall'Andalusia, dalla Catalogna, dalla Lombardia, dalla Svevia, dal Trentino, dalla Svizzera e dall'Islanda. La produzione di questo album ha richiesto ben 2 anni e mezzo di lavoro. I ricordi, le persone più care, le amicizie e i luoghi visitati sono il cuore pulsante di questo progetto, con alcuni brani che sono stati scritti molti anni fa e tenuti nel cassetto, in attesa di essere pronti per poter essere messi in musica. Noi di Albatros Magazine abbiamo fatto due chiacchere con Daniel, voce del gruppo.

È in radio il vostro singolo “Uno di noi”, di cosa parla?

“È una rivisitazione, una nostra versione del Ragazzo della via Gluck di Adriano Celentano, ma se ai tempi Celentano parlava di un ragazzo di campagna che doveva andare in città per trovare lavoro, invece adesso la situazione è che spesso vediamo dei giovani italiani laureti che devono andare all’estero per trovare lavoro. -taglio- Parla di questo e anche del fatto che certe cose non sono cambiate. Servono riforme e nuove idee per un cambiamento.”

Come nascono gli Sleepwalker's Station?

“Gli Sleepwalker's Station nascono come un gruppo di ragazzi che si trovano a scuola nel 1998, poi man mano si sono aggiunti vari elementi della band, una parte italiana a Ravenna, una parte tedesca a Monaco ed una spagnola a Barcellona.”

Siete stati premiati anche da Mogol con il premio CET come migliore proposta indipendente, che esperienza è stata lavorare con un mito della musica italiana?

“Abbiamo provato una grande emozione, sicuramente un’ esperienza altamente formativa, ed è stato un onore essere stati premiati da Mogol. Stare al CET, capire come Mogol vive, dove nasce la sua musica e come nascono le sue canzoni.”

La vostra musica ha un sound decisamente molto internazionale, come mai questa scelta?

“Siamo cresciuti con la musica anglofona, americana, e quindi per noi la scelta dei brani del primo album è stata naturale. L’inglese è la nostra lingua in musica. Noi siamo italiani, tedeschi e spagnoli ed allora per il rispecchiare questo anche nella musica abbiamo deciso, nel nostro nuovo album, di tornare alle nostre radici -taglio2- culturali e regionali, abbiamo infatti utilizzato quattro dialetti!”

La vostra musica è un indie-folk ma si sentono molto le contaminazioni di De Andrè o Bob Dylan. A chi vi ispirate?

“De Andrè e Bob Dylan sono sicuramente dei punti di riferimento, ma siamo cresciuti soprattutto con cantanti come Neil Youn, Jacques Brel, ma anche con la musica dei cantautori austriaci, tedeschi. Le contaminazioni provengono dal fatto che abitualmente non ascoltiamo solo cantautori ma anche tanto flamenco, tango e la chanson francese.”

Nella vostra carriera avete collezionato circa 700 live in giro per il mondo, che emozione si prova a cantare all’estero?

“Noi suoniamo all’estero sin dall’inizio, soprattutto perché siamo dei viaggiatori, ed il viaggio è una componente molto forte e centrale nella nostra musica, e da queste esperienze prendiamo tanta ispirazione. Suonare in luoghi diversi, con gente diversa significa assorbire nuove emozioni, nuove visioni.”

Quali sono i vostri progetti per il futuro, avete in programma dei live?

“Partiremo dall’Austria e dalla Germania ma poi toccheremo anche molte città dell’Italia. Saremo a Roma, a Udine, a Bassano del Grappa, in Puglia ed in Calabria.”





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