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Suoni di primavera

di Umberto Garberini

Al San Carlo ed al Teatro Bellini di Napoli due prestigiosi appuntamenti con la grande musica


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Doppio appuntamento con la classica nella programmazione musicale napoletana, con la presenza di nomi altisonanti e la novità di un’orchestra giovanile in via di affermazione. Quindi, procedendo per ordine, al Teatro San Carlo si è esibito lo storico duo composto da Pinchas Zukerman al violino e Yefim Bronfman al pianoforte, per un focus sullo sviluppo della forma-sonata, con caratteristiche sue proprie nella letteratura per questa formazione cameristica. A Mozart spetta il compito di “sdoganare” definitivamente il nuovo modello, senza più ruoli subalterni o di ripiego fra i due strumenti, segnatamente con la Sonata in do maggiore K. 296, del 1778, diciassettesima di un folto catalogo, posta significativamente ad avvio del programma. La forma dialogica e concertante, infatti, è esemplare, mirabilmente coesa e serrata come mai prima di allora: altrettanto si può dire di una esecuzione memorabile, condotta magistralmente in un unico afflato comune, spigliatissima, energica, con attacchi impercettibili, senza apparenti cenni o sguardi fra i due sodali, eppure infallibili, rigorosissimi, come solo la lunga consuetudine del far musica insieme permette di realizzare così stupendamente. Seguiva la Sonata n. 4 in la maggiore op. 162 di Schubert, con un salto cronologico al 1817, in piena temperie romantica: su una struttura ormai consolidata, si dispiegava un lirismo nobile e appassionato, tipico dell’autore, appena smorzato da un brioso gusto popolaresco, che celava superbamente la maestosa ispirazione e un ulteriore approfondimento stilistico con esiti di eccezionale modernità. -taglio- Nella seconda parte si completava questo viaggio alle radici della forma classica per eccellenza con la più celebre ed emblematica delle sonate per violino e pianoforte, la beethoveniana “Primavera”, in fa maggiore op. 24: un raggio di sole nel tumultuoso mondo poetico del compositore, fervido di entusiasmo e di rinnovato vigore spirituale, come un inno alla vita pieno di speranza. Lettura vibrante, luminosa, quasi un rito di buon auspicio, calorosamente applaudita. L’altro evento si è svolto al Teatro Bellini, per la stagione sinfonica “Domenica in concerto”, a cura dell’associazione Napolinova, con la direzione artistica di Alfredo de Pascale. Otto appuntamenti con la grande musica affidata a giovani talenti, guidati e sostenuti dall’esperienza di artisti di calibro internazionale. Nello scorso concerto è stata la volta dell’ensemble d’archi dell’Orchestra Giovanile Napolinova, con direttore e solista ospite Simonide Braconi, prima viola dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano. Si riscopriva un autore come Alessandro Rolla (1757-1841) e il suo Concerto per viola e orchestra in mi bemolle maggiore op. 3, eseguito con meraviglioso equilibrio e complice intesa fra il prestigioso solista e i giovanissimi interpreti, -taglio2- con pari condivisione di ruoli e responsabilità, come fra colleghi di vecchia data. Lo stesso Braconi presentava una sua bella composizione, semplicemente intitolata “Musica per archi”, consistente in un articolato fugato iniziale, costruito su una serie dodecafonica, che sfociava in un secondo movimento dal carattere incalzante e sempre più tempestoso.
Quindi si apprezzava nuovamente la pastosa e impeccabile sonorità della viola solista nella Romanza op. 85 di Max Bruch, resa ancor più soave dalla romantica malinconia dell’ispirazione. Concludeva la locandina l’Holberg Suite op. 40 di Edvard Grieg, con l’ensemble d’archi “Napolinova” in primo piano, in cui si distinguevano gli interventi solistici delle prime parti: delicata pagina in stile antico, omaggio al Settecento e alla grazia aristocratica di ideali ritmi di danza - dalla sarabanda alla gavotta - intercalati a momenti lirici di grande bellezza, ora intimistici ora struggenti. Fuori programma la rara e intensa Romanza op. 72 per viola e pianoforte di Hans Sitt, nella trascrizione per orchestra dello stesso Braconi.





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