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SERGIO ASSISI

Un fatalista inarrestabile

di Laura Fiore

Numero 188 - Maggio 2018

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Teatro, cinema, televisione, non si fa mancare proprio nulla l’attore e regista partenopeo, che continua a mettersi in gioco nella vita e sul lavoro


Occhi di un blu intenso, sorriso accattivante e talento da vendere: Sergio Assisi è uno degli attori italiani più amati di sempre sia dal pubblico femminile (per ovvi motivi) sia da quello maschile. Da anni nel mondo dello spettacolo, l’abbiamo visto passare da ruoli comici a drammatici, dal teatro al cinema passando per la tv. Infatti, è stato proprio grazie al piccolo schermo, ed in particolare alla serie tv “Capri”, che Sergio Assisi è entrato nel cuore degli italiani nei panni di Umberto, un simpatico tombeur de femmes partenopeo. Sergio Assisi, però, si definisce un attore ed un napoletano fuori dal comune, anche se con il suo primo film da regista “A Napoli non piove mai”, si è divertito a giocare proprio con i luoghi comuni. A proposito di questo film, ha riscosso successo e la critica lo ha definito un “esordio eccellente”. Dopodiché c’è stato il ritorno a teatro, come attore e regista, con la commedia “L'ispettore Drake e il delitto perfetto”, spettacolo che è stato in programmazione nelle sale di tutta la penisola per l’intero anno. Noi di Albatros l’abbiamo incontrato in esclusiva, in questa intervista ci racconterà i suoi prossimi progetti...

Attore, regista, sceneggiatore, cosa dobbiamo aspettarci ancora da Sergio Assisi?

“Eh bella domanda! Non lo so neanche io… no dai, scherzi a parte, penso di continuare soprattutto con la regia. Sono diversi anni ormai che mi cimento in questo ruolo, e devo dire che mi calza a pennello! Mi piace costruire uno spettacolo, o un film, nella sua totalità, stare attento ad ogni piccolo particolare…”

La tua esperienza di attore ti ha aiutato ad essere un buon regista?

“Assolutamente! L’essere un attore prima che un regista è stato fondamentale perché fin dall’inizio ho avuto ben chiaro che tipo di regista non avrei voluto essere! Purtroppo mi è capitato di dover lavorare con persone non proprio godibili dal punto di vista professionale, inoltre so cosa vogliono gli attori e cosa si aspettano da un regista quindi il gioco è fatto!” -taglio- Hai dichiarato di essere un napoletano fuori dal comune, cosa intendi?

“Prima di risponderti è necessario fare una premessa: il genere umano tende costantemente a stereotipare cose, persone, città. Detto questo, è pur vero che nel luogo comune ci sono tante verità, e piace perché conoscere da sicurezza alla gente. D'altra parte, Napoli è così: mica la puoi far vedere senza il mare, per esempio. Per quanto riguarda me, invece, sono un napoletano ‘diverso’ perché non amo bere il caffè, non sono ritardatario, non amo la confusione e non vado allo stadio, ma amo da morire la mia città!”

Per quanto riguarda la vita privata, invece, in che momento ti trovi adesso?

“Mah, sono abbastanza sereno. Sul fronte sentimentale sono un single incallito, felicemente solo da anni. È una buona cosa questa, perché così posso lavorare su me stesso e su ciò che voglio fare. Sono molto preso dal lavoro, ma poiché faccio una cosa che mi piace da impazzire, non mi pesa affatto! Non mi butterò in una storia finché non troverò qualcuno che mi faccia brillare gli occhi. Però l’amore non è un mio pensiero fisso, sono fatalista, sono aperto: se accade accade, mi dico. Qualcuno sostiene che l’amore sia una scelta, un atto di volontà, ma io non la vedo così, preferisco pensare che quando due persone s’incontrano e i loro sguardi si intrecciano il merito sia di Cupido.”

Qual è il tuo credo quotidiano?

“Sii Libero. La libertà è il bene più prezioso, forse più prezioso anche dell’amore. Ed è in tanti modi che si può togliere la libertà ad una persona, per esempio facendole venire i sensi di colpa o ricattandola psicologicamente, o anche manifestando una falsa sofferenza. Bisogna stare attenti a non cadere nella rete e non aver paura di mostrarsi sempre per quello che si è realmente. Io almeno faccio così, e devo dire che sono felice.”

Ascoltandoti, è palese che hai acquisito delle nuove consapevolezze…

“Assolutamente si! Ho imparato a volermi bene. Mi sono reso conto di non voler scoprire alla fine della mia vita, sul letto di morte, di non essermi amato abbastanza, per cui ho deciso di darmi una mossa. Non penso sia egoistico avere più amor proprio. Se non ami te stesso non puoi amare gli altri. Oltre a questo, ho imparato a dire tranquillamente di ‘no’. Ho sempre temuto di offendere l’altro, di fare stare male le persone, ma da qualche tempo ho capito che è peggio dire sì e poi pentirsi di averlo detto. Tutto questo però senza perdere la gentilezza o smettere di sacrificarsi per le persone a cui voglio bene. Io sono sempre pronto a rispondere alle chiamate di coloro che hanno bisogno di me.”

Questo mese la cover di Albatros è sulla lettura ed i suoi influssi positivi sulle persone. Ti piace leggere? Che tipo di lettore sei?

“Amo molto leggere, ed effettivamente dopo aver finito un libro mi sento sempre meglio. Non so come spiegarlo, è una sensazione di pienezza, mi sento appagato e stravolto allo stesso tempo, perché magari mi sono fatto coinvolgere dalla storia al punto tale da sentirmi parte integrante di essa. Sono un lettore costante, durante l’anno leggo molti libri, preferisco soprattutto i gialli.”

Hai mai pensato di scrivere qualcosa?

“Si e no! Mi piacerebbe scrivere un libro, ma non mi sento in grado di farlo. Sembrerà strano, ma quelle volte che ho messo giù qualcosa rileggendo mi sembravano tutte scemenze! Non escludo questa possibilità però, è probabile che quando sarò vecchio troverò l’ispirazione giusta.”

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“Preferisco pensare che quando due persone s’incontrano e i loro sguardi si intrecciano il merito sia di Cupido”

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