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Quando il rock è femmina

di Paola Ratti

Numero 188 - Maggio 2018

Le Testharde, rock band di Rimini tutta al femminile, ha pubblicato il suo secondo album “T'HAIDADATTA'”. E hanno intenzione di fare la differenza


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Il rock, anche in Italia, è femmina. Lo dimostrano Le Testharde, band di Rimini che dopo un esordio di successo con l’album “Made in Italy” (di tre anni fa) è tornata con un nuovo lavoro discografico ancora più graffiante, conturbante, sperimentale dal titolo “T'HAIDADATTÀ”. Un lavoro autoprodotto di cui Ella Liguori (Chitarra, armonica, tastiera e voce), Giada Cecchi (Basso, barzellette e cori) ed Elisa Fortunato (Batteria, hang, fantasia e cori) vanno molto fiere. La loro essenza è fatta di rock, quello autentico, dal sapore vintage anni '70. E poi ci sono i testi, in italiano, che in questo album sono particolarmente contemporanei e attenti al sociale. Ce ne parlano in questa intervista....

Come e quando nasce la vostra band? Il fatto che siate tutte donne è casualità o volontà?

“Il nostro gruppo nasce nel 2010 da un sogno di Ella Liguori, che desiderava proprio creare una rock band tutta al femminile. Ed eccoci qui!”-taglio-

Quali sono gli ingredienti che compongono il vostro nuovo album “T'HAIDADATTÀ”?

“Beh, 100 grammi di Rivoluzione, mescolati ad un pizzico di sana ironia biologica e tanto tanto impegno. Perché alla fine solo col duro lavoro si possono raggiungere buoni risultati.”

A cosa si deve questo titolo così particolare?

“In questo nuovo album principalmente si parla della situazione sociale che c’è oggi in Italia e dei diritti che sempre più spesso vengono a meno. Il titolo è nato un po’ per caso durante le prove, canticchiando un ipotetico ritornello che però, se ci si pensa bene, è quello che si fa attualmente: adattarsi ed arrangiarsi per poter tirare avanti.”

Quanto vi sentite maturate rispetto al primo lavoro?

“Parecchio. Siamo cadute dall'albero per quanto siamo maturate!”

Cosa vi ha fatto crescere di più?

“Tutte le esperienze fatte: dal cambio formazione agli schiaffi morali ricevuti, fino a tutti i live e i viaggi fatti insieme.”

Cos'è il rock per voi?

“La musica è vita, è una forma di espressione, è un modo per comunicare, uno sfogo, la pulsazione che senti battere nel petto, ossigeno. Perché proprio il rock? Beh, sono emozioni particolarmente difficili da descrivere. È come la religione, come una chiamata dall'alto. È il nostro credo quotidiano. È quello per cui ogni mattina ci -taglio2- svegliamo e viviamo la nostra giornata con ispirazione.”

È difficile trovare spazio per il rock in Italia, oggi?

“Purtroppo sì. Però è difficile ma non impossibile, diciamo che la cultura musicale in Italia è incentrata più sul pop che sul rock, però confidiamo nel miglioramento delle pari opportunità!”

Vi siete mai sentite discriminate per il fatto di essere donne?

“Sì. Più che discriminate è un mettersi costantemente alla prova, dover dimostrare che quel palco, quella situazione, quell’obiettivo te lo sei meritato per competenze e non per conoscenze.”

Secondo voi l'ambiente della musica è maschilista?

“Sì. È così in un po’ tutti i lavori, soprattutto se di carriera, musica compresa.”

Quanto è importante la dimensione live per voi?

“Penso sia la completezza di tutti gli sforzi delle prove in saletta, a differenza del disco c’è proprio il contatto col pubblico, il feedback istantaneo, l’adrenalina che si scaturisce col calore dei fan, emozioni fortissime. È come le Olimpiadi per un atleta.”

Che progetti avete per i prossimi mesi?

“Fare arrivare queste canzoni alla gente.”

Sogni nel cassetto?

“Cambiare l’approccio con la musica in Italia. Creare un ponte, robusto, come la H di testHarde, che parta dalla musica indipendente e arrivi al mainstreaming e far sì che anche altre band possano attraversarlo.”


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