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Pronta a vincere!

di Paolo Carotenuto

Numero 183 - Dicembre 2017

È la scommessa del nuoto italiano femminile, Carlotta Žofkova parteciperà ai prossimi europei al fianco di grandi atleti. Noi tifiamo per lei!


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Dal 13 al 17 dicembre la Royal Arena di Copenhagen sarà teatro di una cinque giorni di gare appassionanti negli Europei in vasca corta di nuoto. Una rassegna nella quale la maggior parte degli atleti più forti del Vecchio Continente si confronteranno per conquistare più vittorie possibili. L’Italia si presenterà all’appuntamento con una squadra competitiva per regalare agli appassionati grandi risultati e far sognare i tifosi. Tra i nomi dei convocati c’è anche quello di Carlotta Žofkova, nuotatrice italo-ceca classe 1993, che negli ultimi anni è riuscita a ritagliarsi il giusto spazio nel ranking dei professionisti internazionali. Cresciuta agonisticamente in seno alla società Imolanuoto (il suo allenatore è l'ungherese Tamas Gyertyanffy), dal giugno 2012 Carlotta ha gareggiato per il Gruppo Sportivo Forestale, mantenendo come allenatore Gyertyanffy. Dopo aver esordito come ranista, mistista e delfinista, si è specializzata nel dorso. Quest’anno, a seguito della dissoluzione del Corpo Forestale dello Stato, la Žofkova è passata a competere per il Centro Sportivo Carabinieri. -taglio- Carlotta, manca poco agli Europei di Copenhagen, come ti sei preparata ad affrontare questa competizione?

“Ho lavorato davvero tanto in questi ultimi mesi, proprio in vista di questi europei. Durante questa competizione, mi piacerebbe migliorare i miei tempi e vincere una medaglia ovviamente! Le mie colleghe di vasca sono nuotatrici con molta più esperienza di me, e non sarà semplice affrontarle, però ho lavorato molto anche dal punto di vista psicologico e credo di essere pronta a gareggiare.”

L’approccio mentale alle gare è un aspetto importante, ti è mai capitato di essere in difficoltà sotto questo punto di vista?

“Purtroppo si, ho un carattere davvero particolare e quando mi sento sotto pressione non capisco più nulla. Ho sempre avuto poca fiducia in me stessa, nonostante i traguardi raggiunti nel corso della mia crescita sportiva, pretendo molto dalla mia persona e quando è capitato di non essere riuscita a raggiungere l’obiettivo, mi sono sentita una nullità. Ora, però, grazie all’aiuto di un mental coach sono riuscita a limare questa mia caratteristica. Ho capito che la perfezione non esiste, ma si possono comunque vincere gare. Prima di entrare in vasca mi ripeto ‘sai cosa fare, stai tranquilla!’.”

Nonostante il nuoto sia uno sport individuale, hai qualche rapporto di amicizia con qualche tuo collega?

“Certo, ma si possono contare sulle dita di una mano! -taglio2-Nell’ambito degli sport individuali è complicato fidarsi di qualcun altro, anche perché la competizione non sempre è sana. Col passare degli anni, ci sono persone che incontri costantemente, ed è inevitabile che si crei legame: a quel punto sta a te capire se si tratta di una persona amica oppure no.”

Ti è mai capitato di aver fatto un errore di valutazione?

“Ahimè si, ma sbagliando s’impara! In passato mi è capitato di essere stata ‘tradita’, ma credo che la mia ingenuità era dovuta anche al fatto che avevo appena 16 anni!”

Il tuo percorso professionale non è stato semplice, come pensi di essere cambiata dagli esordi fino ad oggi?

“Beh, sicuramente il cambiamento fondamentale è stato quello di trovare una stabilità psico-fisica. O meglio, una condizione ed un equilibrio ottimale che mi permettesse di gareggiare a questi livelli. Inoltre, nel tempo cambia anche la consapevolezza e la percezione che si ha del proprio corpo: quando sono in acqua sento di avere il controllo di ogni singola parte di me. Per rendere possibile tutto questo è necessario, però, avere uno staff tecnico competente ed io non posso assolutamente lamentarmi! Spesso ho sentito molti nuotatori ‘accusare’ il proprio allenatore per un lavoro svolto in malo modo, non pensi sia brutto? È vero, in acqua ci vai da solo, ma lo staff è come se fosse una squadra: si vince e si perde insieme.”


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