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Mix vincente

di Gennaro Santarpia

Numero 189 - Giugno 2018

Il musicista Renato Caruso presenta il suo ultimo lavoro discografico tra pop, folk, jazz e musica classica che rappresenta la nascita di un nuovo ed originale genere musicale


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“Pitagora Pensaci Tu”, è questo il titolo del nuovo disco solo guitar del chitarrista e compositore calabrese Renato Caruso. Un album pubblicato da iCompany e distribuito da Self, questo lavoro discografico racchiude 11 composizioni inedite e 2 cover in cui, attraverso la sua chitarra, Renato Caruso esprime la sua personalità e il suo universo musicale a 360 gradi, sperimentando con versatilità ed ecletticità nuovi orizzonti artistici. Da diversi anni nella scena musicale, Caruso ha lavorato con i più grandi nomi del panorama italiano quali Alex Britti, Ron, Fabio Concato, solo per citarne alcuni. In questa intervista ci parla di questo nuovo progetto, che lo vede pronto a rischiare!

Da poco è uscito il tuo ultimo album dal titolo “Pitagora pensaci tu”, partiamo subito dalla scelta del titolo: da cosa nasce quest’idea?

“Il titolo di quest’album nasce come omaggio alla mia città: Crotone. Tutti sanno che Pitagora è il filosofo che visse nella città calabrese per circa trent’anni ed il luogo dove nacque la sua scuola di pensiero. -taglio- Lui è stato uno dei primi teorici musicali, fu infatti un musicologo, ed in parte devo ammettere che mi ritrovo molto nella figura di quest’uomo: sia perché sono un musicista sia perché ho alle spalle anche degli studi scientifici. Quindi mi sembrava doveroso dover intitolare quest’album così!”

Hai dichiarato che ami definire i tuoi brani delle piccole colonne sonore, spiegaci meglio...

“Sì, ‘vedo’ le mie musiche su delle su immagini, su film, piuttosto che come accompagnamento ad un testo cantato. Le mie note riportano ad un paesaggio, oppure ad una vicenda particolare, non so, mi piace inquadrarle in questo modo.”

Nell’album sono presenti anche 2 cover :“Quando” di Pino Daniele e “Tears in heaven” di Eric Clapton, perché hai fatto questa scelta?

“Pino Daniele rappresenta per me davvero tanto, perché ho suonato tantissimo le sue canzoni anche rispetto ai pezzi che mi facevano suonare durante i miei studi in conservatorio. Amo la sua musica, chi suona la chitarra non può non amare quest’artista, perché è riuscito a raggiungere il cuore di tutti con naturalezza. In particolare la canzone ‘Quando’ rappresenta uno dei brani più belli, la mia cover è solo strumentale e resta sempre nella semplicità e nel rispetto delle note di Pino Daniele. Clapton è un altro musicista cui sono particolarmente legato, sono cresciuto con la sua musica infatti ricordo che mio padre mi faceva ascoltare spesso i suoi pezzi ed ogni tanto li suonava. Così col passare degli anni, durante i miei live ho suonato alcuni suoi brani e poco tempo fa mi sono detto: ‘perché non provare a fare una cover?’. Ci tengo a sottolineare che anche in questo pezzo il mio -taglio2- mood è sempre rispettoso, senza virtuosismi particolari.”

Il tuo lavoro discografico è solo musicale, non hai mai sentito la necessità di aggiungere anche le parole alle note?

“Sì, magari un giorno qualcuno metterà delle parole sulle mie melodie! Desidero continuare a scrivere solo musica strumentale per immagini, film, corti... nel frattempo, sono anche compositore di musica pop quindi ho altre collaborazioni in cui scrivo musiche sulle quali vengono messe le parole. In questo disco solo strumentale, ho voluto rischiare!”

Sei anche un docente di chitarra classica, acustica, T&S, informatica musicale, cosa cerchi di trasmettere ai tuoi allievi?

“L’amore per lo strumento e per quello che si fa! Amo la divulgazione, infatti ho anche un canale YouTube nel quale cerco di far capire come funziona il mondo della musica. Spero di trasmettere ai ragazzi la curiosità che ho avuto io quando ero piccolino.”

Sei l’inventore di un nuovo genere musicale, “Fujabocla”, che mescola vari stili musicali tra cui il funk, il jazz, la bossa nova e la classica...

“Esatto, è una vera e propria fusione di generi che amo tanto e che ho sempre suonato. Nell’album alcune tracce lo rappresentano, credo che questa potrebbe essere la musica del futuro. Ormai viviamo in un mondo contaminato e quindi ‘fujabocla’ rappresenta quello che succede in una città, il famoso melting pot musicale, sociale, religioso. Quando suono si percepisce in me questo mix. Forse per alcuni è una follia, ma io continuo su questa strada.”





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