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Meraviglie toscane

di Yvonne Carbonaro

Numero 188 - Maggio 2018

Un prezioso contenitore di gioielli di arte rinascimentale che continua ad affascinare il mondo intero


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Visitare gli Uffizi è impresa che richiede di predisporre l’animo alla pazienza e all’attesa: la fila all’ingresso va dalle due alle tre ore, a meno che non si ricorra alla prenotazione on line con prevendita di 4 euro da sommare ai 20 del biglietto per poter entrare dopo una fila di “soli” 10-15 minuti. Ma quando finalmente si riuscirà a varcare la soglia un mondo di bellezza si aprirà al visitatore in un percorso lunghissimo di due piani, tra sculture e dipinti che sono l’espressione di quanto di più egregio il genio artistico italiano ha saputo creare e raccogliere, a partire da pregevoli opere in marmo greche, ellenistiche e romane che tanto affascinarono gli artisti del Rinascimento. Il complesso museale, che include (con biglietti aggiuntivi) le collezioni di Palazzo Pitti (il Tesoro dei Granduchi già Museo degli Argenti, la Galleria Palatina, gli Appartamenti Reali, la Galleria d'Arte Moderna, il Museo della Moda e del Costume) è uno dei più importanti del mondo. -taglio- Comprende anche il Corridoio Vasariano (quasi un chilometro di ritratti). Nel 1565, il Duca Cosimo I de' Medici volle una via soprelevata e segreta tra Palazzo Vecchio e la sua nuova residenza di Palazzo Pitti appena acquistata per desiderio della moglie Eleonora di Toledo, figlia del Viceré di Napoli, a cui negli ambienti medievali del Palazzo Vecchio mancavano la luce e il sole. Il Vasari costruì dunque il cosiddetto Corridoio Vasariano che, superando l'Arno sopra al Ponte Vecchio, arriva nel giardino di Boboli e da lì in Palazzo Pitti per poi collegarlo alla cerchia bastionata di Firenze. L’edificio degli Uffizi dal 1560 era stato pensato dal duca per riunire le 13 più importanti magistrature fiorentine, dette Uffici (da cui il nome Uffizi), in un'unica struttura vicino al Palazzo della Signoria e dunque sotto la sua diretta sorveglianza, e i lavori affidati a Giorgio Vasari. Il progetto prevedeva un edificio a forma di "U" che è quella attuale. Tra il 1579 e il 1581 le volte della Galleria furono affrescate con motivi a "grottesca". Nel 1581 Francesco I, figlio di Cosimo, volle chiudere la loggia dell'ultimo piano per la sua collezione di dipinti, cammei, medaglie, pietre dure, statue, oreficerie, bronzetti, armature, miniature, strumenti scientifici, ritratti della famiglia e di uomini illustri, facendo così degli Uffizi uno dei più antichi musei d'Europa che nei secoli si è andato arricchendo di ulteriori preziosissime opere che hanno via via occupato tutti gli spazi dell’edificio. La visita comincia dal secondo piano per poi proseguire al primo. La collezione di Giotto, Raffaello, Botticelli, Tiziano, Veronese, Tintoretto, Pontormo, Bronzino, Caravaggio ed altri oltre a Dürer, Rubens e vari fiamminghi, lascia a bocca aperta e, sebbene si tratti di opere note e riprodotte su tutti libri di storia dell’arte, l’emozione di ammirarle dal vero è indescrivibile. Meravigliosa è la terrazza (con caffetteria) che affaccia sulla Signoria -taglio2- e dalla quale è possibile vedere a distanza ravvicinata i simboli delle Arti e Mestieri che ne decorano la facciata. Anche dalle ampie finestre dei corridoi vari scorci sull’Arno, sia verso Ponte Vecchio sia dalla parte opposta, si offrono alla vista quasi fossero bellissimi quadri di paesaggio che si alternano ai dipinti. Durante la II Guerra Mondiale le opere d'arte degli Uffizi furono nascoste e solo a luglio 1945 riportati in sede e recuperata la parte requisita dai tedeschi. La bomba di via dei Georgofili del 1993 danneggiò alcuni ambienti della Gallerie, del Corridoio Vasariano e alcuni quadri, gradualmente restaurati e ricollocati nel museo. Nel 1969 era stata acquistata la Collezione Contini Bonacossi che ora è esposta stabilmente e che comprende ceramiche di Della Robbia, vari dipinti tra cui Tintoretto e Velasquez, una toccante scultura in marmo del Bernini raffigurante San Lorenzo. Altro importante evento recente è la mostra della restaurata "Adorazione dei Magi", di Leonardo che consente di approfondire la storia e le peripezie del dipinto realizzato fra il 1481 e il 1482 per i monaci di San Donato a Scopeto e mai terminato così che i committenti diedero incarico a Filippino Lippi di dipingere rapidamente un’altra adorazione ora lì posta a confronto. Recenti scavi hanno portato alla luce nel piano interrato degli Uffizi i ruderi della chiesa romanica di S. Pier Scheraggio (sec XI-XIII) che si attraversano per raggiungere le toilettes. Infine l’ultima sorpresa è la moderna e molto discussa e criticata Nuova Uscita della Galleria degli Uffizi di Arata Isozaki e Andrea Maffei che sfocia alle spalle del mercato del porcellino (Mercato Nuovo), il cinghialetto in bronzo il cui muso si sta consumando sotto il tocco di migliaia di turisti che lo accarezzano come portafortuna.


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