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Massimo Ghini

La commedia è un gioco

di Maresa Galli

Numero 187 - Aprile 2018

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Dopo il successo al cinema con l’ultimo film di Muccino, l’attore romano è pronto ad affrontare un nuovo progetto, stavolta a teatro…


“Operazione San Gennaro. La leggenda” è lo spettacolo teatrale tratto dal celebre film di Dino Risi e scritto da Massimo Ghini e Stefano Reali. Per la prima volta il Teatro Diana co-produce uno spettacolo di Massimo Ghini e con la Best live. Il poliedrico e celebre attore, poco tempo fa sul grande schermo tra gli interpreti del film di Gabriele Muccino “A casa tutti bene”, si lancia con grande passione nel nuovo progetto teatrale che lo vede protagonista e regista, affiancato da un cast straordinario. Ai lettori di Albatros racconta la sua commedia e i progetti che lo vedranno impegnato a tutto tondo prossimamente.

Come è nata l’idea di metter in scena la celebre pellicola di Risi interpretata da Nino Manfredi e un cast indimenticabile?

“L'idea è nata da un incontro con Alessandro Siani, col quale mi lega un’amicizia ormai di anni. Lo conobbi quando era un emergente e nacque una simpatia. Oggi, nella veste di produttore mi ha proposto questa ‘operazione’ e mi ha subito gasato! Rivedere il film poi è stato fulminante, questi personaggi mi colpirono sin da bambino. Avete presente il film ‘The Blues Brothers’? La band! Così ho avuto la stessa folgorazione. Nella commedia ci sono le musiche eterne di Armando Trovajoli, che mi ha onorato della sua amicizia e ha scritto le colonne sonore per due miei film e per la commedia musicale ‘Vacanze romane’. Ho avuto come supervisore del testo Luca Manfredi, figlio di Nino. Ringrazio Maria Paola Trovajoli, vedova del compianto Armando, che mi ha permesso di usare le musiche del marito per il mio spettacolo. Armando è stato sempre l’anima dello spettacolo: sa calare nelle situazioni della commedia musicale, fa rivivere le atmosfere degli anni ’60, anni meravigliosi con la Summer of Love, i suoi colori, la psichedelia… Mescoliamo musica napoletana e americana; non si tratta di un musical ma la musica ha ampio spazio. Nel film campione d’incassi, del 1966, Pippo Baudo, nella serata finale del Festival di Napoli, presenta Peppino Di Capri con la sua ‘Ce vo tiempo’. Napoli ha una grande storia musicale. Ho pensato di tradurre dei monologhi in canzone. Orchestrazioni, esecuzioni e direzione d’orchestra sono affidate al M° Maurizio Bosnia.” -taglio- Lei interpreta il ruolo che fu di Manfredi, Armanduccio Girasole, Dudù. La affianca un cast di primo piano...

“Si, abbiamo un cast artistico ricercato e ricchissimo, siamo dodici e ringrazio la produzione. Ci sono stati anche provini, incontri. Ernesto Lama, col quale già ho lavorato, interpreta Sciascillo e il Custode; Stefania De Francesco Concettina; Mirko Ciccariello Agonia; Antonio Fiorillo il Capitano; Giampiero Mancini che parla abruzzese, altra ‘lingua’ della commedia, è Jack; Valentina Gullace Maggie; Domenico Aria il Barone; Cardo Di Maio il Secondino, il Cardinale e lo Sposo; Iolanda Salvato la Sposa. Ho voluto fortemente anche Nunzia Schiano, Assunta, personaggio meraviglioso ed Ernesto Mahieux, al quale consegnai il David di Donatello, è Don Vincenzo, un capo guappo di spessore. Se abbiamo attuato un ‘tradimento’ del film è proprio questo dei personaggi che non fanno tappezzeria ma hanno tutti un proprio spessore. Non si scade nel macchiettismo, che odio. Inoltre nel film uno straordinario Carlo Croccolo ha doppiato ben tredici personaggi! A me piace che rimangano i dialetti dei vari paesi di provenienza degli emigranti. Tutto lo spettacolo è costruito, dipinto, è teatro nel teatro, finzione. Non ho voluto il realismo con il Vesuvio, il Golfo, il pallonetto… Anche il finale non si svolge all’aeroporto ma sulla terrazza di Dudù dove tornano tutti i conti. Si tratta di una commedia ma serve a compensare tanta violenza raccontata e molto spesso esagerata: in questa storia ci sono i banditi, banditi veri, ma fanno ridere. Tuttavia, alla fine, il tesoro torna nelle mani del vero proprietario: il popolo napoletano.”

Si legge molto amore per Napoli...

“Si, c’è amore per Napoli, anche se ci sono cose di questa città che non mi piacciono. Accostarsi a Napoli per un ‘non napoletano’ genera sempre un po’ di ansia ma quel film è soprattutto una bellissima commedia nata dal genio creativo di Risi e Manfredi. Da attore uso delle sonorità, non devo laurearmi in napoletano. Voglio fare un giro per Napoli con i personaggi della commedia, con i loro costumi, per realizzare scatti inediti e non le solite foto di scena. Sono un ‘napoletano abusivo’, con madre austriaca e padre non pervenuto… Voglio però che tutto il pubblico capisca le parole. Non dimentichiamo che, nella mia generazione, Alberto Sordi faceva il veneziano e Vittorio Gassman il milanese nella ‘Grande guerra’. La commedia è un gioco e deve vincere lo spettacolo. Voglio ringraziare le Catacombe di San Gennaro e la meravigliosa cooperativa di giovani del rione: lì abbiamo girato il video per lo spettacolo. E ancora il grande staff che lavora alla commedia: Roberto Crea, lo scenografo, Silvia Frattolillo, costumista, Iolanda Salvato, aiuto regia, Francesca Nicotera che ha lavorato ai testi delle canzoni, Naike Orilio, coreografa, Marco Palmieri, disegno luci, Michele Bevilacqua per il contributo video e tutti gli altri.”

Quali saranno i suoi prossimi impegni? Nel 2011 ha condotto un bel documentario musicale per Rai2, “Delitti Rock”, con Ezio Guaitamacchi: crede che potrà essere riproposto?

“Spero di fare un remake di ‘Operazione San Gennaro’, dopo l’adattamento teatrale. Il mio sogno è di fare sempre più il regista e meno l’attore. Per quanto riguarda il programma sulle morti eccellenti del rock, una bella esperienza, mi auguro proprio, per il bene degli artisti più famosi, che non venga più proposto!”

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“Si tratta di una commedia ma serve a compensare tanta violenza raccontata e molto spesso esagerata”

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