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L’isola che non c’è

di Francesca Esposito

Numero 188 - Maggio 2018

Intorno alla persona e per la persona, Neverland offre numerosi servizi al fine di alleviarne i disagi, di ogni persona e di qualsiasi natura


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Neverland, è un servizio residenziale nato per rispondere ai bisogni di accoglienza di minori del territorio napoletano e del suo interland. Neverland è un luogo speciale, teatro di legami relazionali che possano rappresentare una base sicura, offrendo pertanto la possibilità di sperimentare se stessi e la costruzione di legami saldi e rassicuranti. Il modello relazionale offerto ai bambini che abitano la Casa è quello di un luogo accogliente che possa funzionare per loro come ambiente educativo e “terapeutico”. Pertanto vengono accolti e inseriti in un contesto dove i legami saldi e rassicuranti costituiscono lo strumento che il minore può utilizzare per il cambiamento e per la crescita, poiché ha un costante accesso ad un contesto relazionale che si assume fin da subito il ruolo di costituirsi come base sicura, che si propone con un clima “familiare” senza voler simulare la famiglia, ma rispondendo alle esigenze di appartenenza e separazione, di autonomia e di unione. Noi di Albatros abbiamo incontrato la coordinatrice di questo progetto, la dott.ssa Nunzia Giacco psicologa e psicoterapeuta.-taglio-

Perché aprire una casa famiglia?

“La Società Coop. Sociale ‘Terra terra’ rappresenta una nuova realtà nel panorama degli operatori del terzo settore in provincia di Napoli e non solo. Siamo un gruppo di persone con sensibilità sociale, competenze teoriche e pratiche, ma soprattutto siamo mossi dalla reale esigenza di dare una risposta alternativa e concreta al disagio, all’emarginazione e alla stigmatizzazioni. Offriamo alla comunità interventi di promozione, prevenzione, affiancamento, sostegno, presa in carico, tutela verso le fasce svantaggiate. Lavoriamo cercando di cogliere la complessità delle relazioni che si intrecciano fra singoli, gruppi, istituzioni, ed entrando a nostra volta in relazione. Il nostro approccio fondato sulla relazione, fra azioni ed emozioni; una relazione che è anche relazione sociale, in quanto prospettiva di un modo di stare nella società orientando risorse per vivere meglio.”

Qual è la differenza tra orfanotrofio e casa famiglia?

“Spesso le case famiglia vengono viste come orfanotrofi autorizzati o come luoghi in cui un gruppo di persone si organizzano perché sentono che possono trovare un lavoro e guadagnarci. La realtà è un po’ diversa dal senso comune, o almeno la nostra realtà è diversa. L’idea di creare una casa famiglia nasce sicuramente dall’esigenza di fare qualcosa che mettesse in evidenza le nostro professionalità e allo stesso tempo dare una risposta sul territorio che sia caratterizzata da una specifica competenza, tant’è che gli operatori impegnati in casa famiglia sono laureati e plurispecializzati e hanno tutti esperienze specifiche nell’ambito dell’età evolutiva e dei minori a rischio. Ma quello che più di tutto, ci ha -taglio2- permesso di crescere in questi tre anni di attività è stata la forte motivazione. Un gruppo fatto di persone legate da una profonda amicizia, che si sono ritrovate a fare un investimento in termini di risorse umane e materiali, pur non essendo imprenditori, ma spinti ad investire dall’averci creduto.Il percorso è stato tutt’altro che facile, quelli che dovrebbero essere i finanziamenti comunali per le iniziative Onlus giungono regolarmente in ritardo e le esigenze di una Casa, perché di una casa si tratta, ci impongono costantemente di ricorrere a beni personali, in termini sia di prestazioni lavorative volontaristiche che di veri e propri investimenti finanziari. La nostra motivazione ha generato un movimento intorno a noi che ci ha sostenuto fin dai primi passi e con continuità, tutt’oggi ci sostiene."

Che avete realizzato concretamente?

“Il percorso di C., la prima minore accolta a Neverland, è stato non privo di difficoltà, che, tuttavia abbiamo fronteggiato rispondendo ai bisogno di protezione, cura ed affetto della piccola. La separazione da Neverland e l’ingresso nella “nuova” famiglia rappresenta un momento complesso, in cui bisogna gradualmente preparare il minore ai cambiamenti che accadranno. Questo passaggio presenta come priorità l’attenzione ai vissuti del minore, che rischia di percepirsi come “abbandonato”. Nel caso di C. la gratitudine rivolta da parte dei genitori adottivi nei confronti degli operatori di casa Neverland per essersi presi cura della loro bambina, rappresenta un grande successo!”

Contatto Facebook: Casa famiglia Neverland Sito cooperativa. www.cooperativasocialeterraterra.it





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