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Libertà di pensiero

di Paola Ratti

Numero 191 - Settembre 2018

Intervista all'artista e graphic designer milanese Miky Degni, che ha esordito in libreria con l’opera “Aforismi ubriachi


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Sta inebriando tutti “Aforismi ubriachi. Dipingo con vino perché l’inchiostro non lo reggo” (Trenta editore), debutto letterario dell'artista e graphic designer milanese Miky Degni. Si tratta di una raccolta di pensieri “fatti ad alta voce”, accompagnati da una “alcolica galleria” di quadri poiché l’autore, oltre a mettere nero su bianco idee e commenti dai toni piccanti e provocatori, dipinge tuffando il pennello direttamente nel calice di vino. Un intrigante percorso sensoriale che usa il Nettare di Bacco al posto dei colori per realizzare quadri originali e creativi. Il connubio con aforismi aguzzi è spontaneo, così da presentare una visione perfetta e ampia della società del nostro tempo: “Spesso le intuizioni arrivano così, da frammenti di conversazioni, passeggiando e guardando l’umanità che ci circonda; perché l’ispirazione giunge sempre da loro, dalle persone”. Noi di Albatros ne abbiamo parlato direttamente con l'autore.

Come nasce l'idea di Aforismi ubriachi?

“Premetto che prima sono nati gli aforismi, poi sono diventati ubriachi quando ho scoperto che sarebbero diventati un libro. Ma battute a parte, l’idea nasce per dare seguito ai dipinti, una sorta di versione letteraria dei Dipinti Ubriachi.”-taglio-

È la prima volta che si cimenta nella scrittura?

“Nella scrittura intesa come genere letterario si, in realtà avendo lavorato per tanti anni in pubblicità come creativo mi è capitato di scrivere slogan, o come si dice in gergo copy per pubblicizzare prodotti o eventi culturali.”

Da dove è arrivata l'ispirazione?

“Più che un’ispirazione è stata una necessità. I miei aforismi nascono dall’esigenza di comunicare il disagio (in chiave ironica) della nostra società o semplicemente porre dei quesiti sugli stili di vita degli italiani. Mi è stato sufficiente stare in mezzo alla gente per trarre ispirazione. Molti degli aforismi sono nati ascoltando le chiacchiere da bar sorseggiando un cappuccino o leggendo i titoli dei giornali.”

Ci racconta come e quando ha iniziato a dipingere con il vino?

“L’avventura della pittura con il vino nasce nel 2007, a seguito di una felice collaborazione per una casa vinicola della Valtellina. Il titolare dell’azienda mi chiese una campagna di comunicazione diversa dal solito, oggi si direbbe un’operazione di guerrilla marketing”. A quel punto ci fu l’intuizione di dipingere direttamente con il prodotto, nacquero così i primi Dipinti Ubriachi. A distanza di anni devo ammettere che fu un’intuizione brillante, tanto da avere generato cloni in tutta Italia.”

È vero che si esibisce spesso live anche con jazzisti?

“Si è vero, quando posso amo fare queste jam session tra pittura e jazz, un connubio perfetto in cui mi muovo nella totale libertà espressiva. In fondo il jazz è l’unico linguaggio dove vige la regola della non-regola, come nella mia pittura.”

Lei viene dal mondo dell'arte e della grafica giusto?

“Ci tengo a precisare, arrivo sul mercato prima come graphic designer, successivamente sono stato prestato all’arte. In realtà è stato un passaggio naturale perché considero la grafica un linguaggio artistico. Oggi, a distanza di anni utilizzo contemporaneamente arte e grafica per costruire progetti di comunicazione aventi come finalità la promozione dell’arte in tutte le sue-taglio2- forme.”

Le soddisfazioni più grandi che, al momento, le ha dato il suo lavoro?

“In linea generale la soddisfazione più grande è certamente la libertà di pensiero. E al momento vige ancora questo sentimento. Non c’è una classifica delle soddisfazioni, ma un concentrato di esperienze che rendono questo lavoro ancora molto stimolante.”

Lei è di Milano. Ci conferma la vivacità artistica e culturale della città?

“Assolutamente sì! Non voglio passare per Milano-centrico, ma indubbiamente questa città è riuscita a cambiare volto nel giro di due legislature, come è altrettanto vero che una spinta propulsiva è arrivata da Expo. In questo momento c’è un grande fermento culturale, e Milano si colloca come un punto di riferimento per tutte quelle attività ad alto contenuto di creatività. Quindi si, confermo la vivacità artistica e intellettuale di questa città che amo, soprattutto perché il mio lavoro potrei svolgerlo solo in questo meltin’ pot dove si mescolano le diversità. E le diversità sono sempre un grande stimolo per ogni creativo.Se mi è concesso chiuderei con un aforisma: ‘Milano, capitale del pensiero creativo’.”

Progetti per l'autunno?

“Non amo progettare troppo, i progetti più interessanti sono sempre nati in un quarto d’ora davanti a un calice di buon vino. Posso confermare però che continuerò a portare in giro per l’Italia i miei Aforismi Ubriachi. Un nuovo progetto invece sta prendendo forma con Lucia Comai, un’artista ligure molto promettente, sarà una sorta di esperimento a quattro mani tra pittura e scultura. Ma di più non posso dire, il resto è ancora top secret.”

Sogni nel cassetto ne ha ancora?

“Sembrerà azzardato, ma a 57 anni il mio cassetto è ancora colmo di sogni. Anzi, oserei dire che sto vivendo la seconda puntata della mia vita per realizzare i sogni mancanti. Del resto lo spazio tra la vita e la morte va pur riempito di qualcosa, no?”





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