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La preistoria della medicina

di Alfredo Salucci

Per definizione, la medicina è la scienza che ha per oggetto lo studio delle malattie, la loro cura e la loro prevenzione.


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Questa definizione vale adesso quanto valeva per i primi uomini. È evidente che molte cose sono cambiate, ma l’idea di curare il male resta la stessa. Oggi abbiamo tante risorse che nemmeno potevano immaginare i nostri antenati. In ogni caso, loro si sono dovuti adattare a quelle poche conoscenze che avevano delle malattie e tentare di ridare il benessere fisico e psicologico a chi era affetto dal male con i pochi mezzi a disposizione. Per uno del nostro tempo potrebbe essere veramente difficile immaginare il comportamento dei primi terapeuti di fronte alle malattie. Infatti, dalle testimonianze rilevate dallo studio delle ossa dei nostri progenitori riusciamo a volte a capire di quale malattia siano morti, ma notizie relative alle cure, eventualmente praticate, realmente non ne abbiamo. Possiamo pensare che di fronte alle malattie, i primi uomini, si comportassero in modo istintivo, medicina istintiva, come fanno gli animali superiori: togliersi una spina conficcata nel corpo, cercare refrigerio nell’acqua fredda, in caso di febbre, retrarre l’arto fratturato o contuso, leccare ripetutamente la ferita, o le particolari attenzioni rivolte dalla madre al figlio, ecc. -taglio- Si pensa che ci potesse essere anche una medicina istintiva di assistenza al parto. Non sapendo da dove potessero derivare le malattie, i nostri antenati non avevano altro da immaginare che la causa del male derivasse da un ente, o più enti, divinità, superiore, per punire gli uomini che infrangevano il suo volere. Quindi la malattia era la conseguenza di questo mancato rispetto agli dèi. In questo caso, l’unico mezzo per fronteggiare i malanni era di placare la divinità con preghiere e sacrifici. Si parla così di medicina sacerdotale. Il sacerdote diventava lo strumento indispensabile per placare gli dèi. Non mancano documenti antichi in cui si fa chiaro riferimento a peccati che possono provocare malattie. Il sacerdote così era anche “il medico”, chi poteva ridare la salute attraverso pratiche specifiche, atte a calmare l’ira degli dèi, ma anche di demoni. Le cure non potevano essere altro che amuleti, oggetti ritenuti in grado di tenere lontani malattie, pericoli, e capaci di propiziare la buona sorte. In seguito, i nostri antenati pensarono che fosse possibile intervenire anche contro le forze della natura e contro la volontà degli dèi. Oltre ai sacrifici e alle preghiere ci poteva essere un altro mezzo per combattere gli eventi sfavorevoli e, fra questi, le malattie. Il mezzo era di contrastare direttamente questi eventi naturali attraverso la magia: la pretesa di dominare le forze della -taglio2- natura attraverso il ricorso ad arti occulte. Nasce così lo stregone, il mago, capace di fronteggiare e dominare le forze della natura e il male in generale. Il mago è una figura diversa dal sacerdote. Il mago primitivo è colui che osserva i fenomeni naturali, senza un chiaro scopo speculativo, ma con l’intento di volgere a proprio favore gli eventi naturali stessi. In questo modo si prodigava sia per tenere lontano le malattie sia per favorire il benessere della comunità. Inoltre, il mago poteva anche procurare il male o favorire malanni. Abbiamo detto che i maghi non erano soggetti intenti alla speculazione, in ogni caso le loro attività derivavano dall’osservazione dei fenomeni naturali e dall’esperienza. E proprio dal controllo della natura e dal farne esperienza si comincia a indagare sulle cause della malattia. Anche la ricerca delle cure deriva dall’osservazione e dall’esperienza dei rimedi risultati utili alla guarigione. Siamo nella fase della medicina empirica, fondata cioè solo sui dati dell’esperienza. Questo stadio è quello preliminare a uno studio sistematico, è chiaro che siamo ancora molto lontani da un livello scientifico come lo intendiamo oggi. Resta qualcosa della medicina primitiva? Certamente no. Sempre che non si voglia vedere qualche riscontro nella così detta medicina popolare, per il solo fatto che segue le tradizioni.





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