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La mente saggia

di Pasquale Matrone

Numero 176 - Aprile 2017

Le emozioni sono stati mentali e fisiologici dell’individuo dovuti a mutamenti prodotti, nella psiche o nel corpo, da stimoli provenienti sia dall’ambiente che dall’interno del suo stesso universo psicofisico.


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Eventi affettivi intensi e transitori, le emozioni rendono il soggetto incapace di esercitare una funzione regolatrice sulle azioni, che divengono spesso esagerate e tali da risultare dannose per sé e per gli altri. Gioia tristezza sorpresa paura collera ansia e gelosia esaltano o deprimono in maniera caotica, con riverberi comportamentali dalle conseguenze spesso devastanti. L’incapacità di governare le proprie emozioni può fatalmente spalancare le porte del carcere o dell’ospedale psichiatrico. -taglio- A sua volta, anche la mente razionale, in apparenza meno problematica perché osserva e valuta ogni cosa secondo regole e schemi più affidabili, non è priva di rischi: il più impeccabile e sottile dei ragionamenti, infatti, può indurre all’errore. E, tuttavia, reprimere le emozioni, per evitarne le trappole, è sbagliato. Esse, infatti, svolgono un ruolo utile e indispensabile nella relazione uomo-mondo. Altrettanto sbagliato è fare a meno di una logica destinata a misurare e a discernere i fatti con voluto distacco. Tenendo conto dei limiti di una scelta tesa a privilegiare l’una o l’altra delle due suddette facoltà, per trovare il giusto confronto con il reale, è necessario attingere, perciò, oltre che alle risorse della mente emotiva e di quella razionale, anche, e soprattutto, a quelle della mente saggia, la cui voce è situata nel punto più profondo dell’io, vera e propria -taglio2- salutare falda di metaforico pozzo da cui sgorga la verità, sorgente limpida di pace e di armonia. Voce da sempre presente e, tuttavia, resa fioca e impercettibile dal frastuono provocato sia da emozioni prive di freno sia da una ragione autoreferenziale impermeabile al dubbio e troppo sicura di sé. Vivere, dunque, senza reprimere i moti dell’universo interiore; e accettare le cose senza la pretesa di giudicarle con sistematica esattezza. Emozioni, corpo e ragione vanno ascoltati, capiti e riconosciuti per il loro ruolo prezioso. La realtà va accolta per quello che è e non messa a confronto con l’idea che di essa si ha. Il che, naturalmente, non vuol dire assumere nei suoi confronti un ruolo subalterno bensì, invece, raccogliere dati utili a realizzare con essa un’interazione costruttiva, per sé stessi e per gli altri.





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