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L’ora della verità

di Angelo Luongo

Numero 184 - Gennaio 2018

Primo disco di inediti per il talentuoso Luca Pacioni, da sempre innamorato della musica e della composizione


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“È giunta l’ora di mettermi in gioco, è da un po’ che ho questa esigenza”: ora è davvero giunto il momento tanto atteso per Luca Pacioni, artista milanese che fa della musica il suo pane quotidiano. Attraverso “Complice”, dopo le innumerevoli esperienze in giro per i locali e le sagre di paese è finalmente arrivata la consacrazione al grande pubblico: undici tracce intrise di venature rock che l’estroso artista spera, come lui fa da sempre, possano essere “ascoltate, non solo sentite”!

È da poco uscito il tuo primo progetto discografico: qual è il fil rouge che lega le tracce di “Complice”?

“Beh… indubbiamente il filo conduttore è ‘amore & complicità’, le undici tracce comprendono appunto episodi di complicità che ho vissuto in prima persona fino a questo momento. È un album autobiografico, la complicità è intesa come aspetto positivo delle relazioni e di quello ci accade quotidianamente.”

Nello specifico, come si compone e qual è il genere che lo caratterizza?

“Sicuramente l’album si presenta con alcune sonorità pop-rock e ci sono delle venature rock che soprattutto negli ultimi tempi avevo un po’ perso. Ci tenevo a mantenere quell’anima rock che da sempre mi ha caratterizzato, sin da quando ho iniziato a suonare. C’è quindi anche la presenza di chitarre elettriche e di sonorità che richiamano quel genere.” -taglio- Come nasce l’artista Luca Pacioni?

“Ho iniziato a suonare all’età di dodici anni, quando mio zio mi ha regalato la prima chitarra e da lì è nato quest’amore incondizionato per la musica e per la composizione, perché paradossalmente la mia prima canzone, della quale conservo ancora alcune registrazioni, l’ho scritta proprio a dodici anni. Col canto sono partito addirittura da prima, perché già all’età di otto anni mi divertivo a imitare i cantanti e a fare veri e propri concerti in casa. Dai quindici anni ho avuto la mia prima band, con la quale suonavo generi e artisti che erano pure fin troppo maturi per l’età che avevo, poi siamo passati alle cover band, dopodiché è nata l’esigenza di comporre qualcosa di mio...”

Ti consideri un artista da live o da studio di registrazione e quale delle due figure ti piace e ti interessa maggiormente?

“Senza ombra di dubbio mi sento e mi piace essere considerato un artista da live, perché quello che può trasmetterti il palco è qualcosa di unico, quindi soprattutto a livello di sensazioni col live ti metti anche maggiormente in discussione. Non nascondo che è anche la parte più difficile: l’emozione è sempre fortissima e riuscire a mantenere la calma per cantare i tuoi pezzi non è cosa da poco...”-taglio2-

Alla luce del percorso fatto fin’ora, come descriveresti ad oggi il tuo approccio alla musica?

“La musica è una componente fondamentale della mia vita, non esiste giornata senza musica, non solo quella suonata, ma dalla mattina alla sera ho bisogno di un sottofondo costante che mi accompagni. Tuttavia per me la musica non è semplicemente una radio accesa in macchina, ma è una continua ricerca di qualcosa di nuovo e fonte di ispirazione. Dedico particolare attenzione alla musica, mi fermo ad ascoltarla, non solo a sentirla, e c’è una bella differenza...”

A chi o a cosa pensi quando inizi a scrivere una canzone?

“Il primo pensiero quando inizi a scrivere è proprio a chi indirizzare quel testo, a meno che non siano canzoni autobiografiche. Immediatamente dopo capisci che in quel pezzo e in quel determinato messaggio che hai fatto passare possono ritrovarsi più persone.”

Cosa bolle in pentola per il prossimo futuro?

“Sicuramente l’aspetto più importante in questo momento per me saranno i live, parallelamente a questa importante fase di promozione, che ha avuto dei riscontri positivissimi e che sinceramente mi aspettavo fino ad un certo punto. Per ora sono state fissate quattro-cinque date, tuttavia qualsiasi occasione mi si prospetterà la coglierò al volo, con la speranza di girare tutta Italia...”





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