iLiveMusic, è una nuova ed unica App gratuita per iPhone e Android che mette in contatto artisti e organizzatori, senza nessuna intermediazione. Ogni anno si organizzano 400.000 eventi di musica dal vivo (fonte SIAE, annuario dello spettacolo, segmento E2 “concertini”) e iLiveMusic è l'unica realtà che offre la possibilità a tutti i suoi utenti di esibirsi dal vivo. Noi di Albatros Magazine abbiamo incontrato Lorenzo Pellegrini, co-founder di iLiveMusic, che ha raccontato come è nata e si è evoluta questa idea e di quanto questa possa diventare indispensabile all’interno del mondo della musica.

Com’è nato il progetto iLiveMusic e in cosa consiste?

“È nato dalla nostra passione per la musica ed, in particolare, per la musica live; caratteristica che unisce tutti noi fondatori di iLiveMusic. Dalla passione abbiamo provato a costruire qualcosa che potesse restituire del valore a quelli che sono gli interlocutori che occupano i siti della musica live, ad esempio i performer oppure chi organizza gli eventi. -taglio- Dopodiché abbiamo creato una costellazione di possibilità e di servizi che andassero a coinvolgere tutta quanta la comunità degli operatori: sale prove, negozi di dischi e naturalmente anche i fan. Abbiamo voluto rendere la passione una professione, che poi è anche un po’ il principio base di iLiveMusic poiché ci rivolgiamo principalmente ai musicisti che non sono ancora affermati, i quali lavorano, si impegnano ed investono tanto nella musica e vogliono che quindi diventi un ‘lavoro’ a tutti gli effetti.”

Fino ad ora com’è stato il riscontro da parte degli utenti? E a cosa puntate?

“Il riscontro è stato positivo, abbiamo instaurato delle partnership strategiche che hanno dato, e danno tutt’ora, la possibilità agli artisti iscritti su iLiveMusic di esibirsi su palchi importanti: un’opportunità incredibile! Tra questi, ad esempio, c’è Mirkoeilcane, cantautore arrivato secondo al Festival di Sanremo 2018. Tra le ultime collaborazioni posso citare anche quella con il Concerto del Primo Maggio; durante il concertone, infatti, un nostro artista a seguito di un contest ha avuto la possibilità di esibirsi. Insomma, ci fa piacere riuscire a dare ed offrire ai nostri utenti delle possibilità di lavoro e di performance.”

Tralasciando per un attimo il mondo delle App, che tipo di influenza hanno i social sulla musica e come è possibile sfruttarne al massimo le potenzialità?

“Da premettere che in tutti gli ambiti ci sono sempre dei cambiamenti e delle innovazioni, quindi di volta in volta ci sono delle cose che stravolgono il presente. In realtà, per ogni cambiamento è necessario ‘prendere le misure’ e -taglio2- quindi interpretare il cambiamento come strumento e non come scopo finale creando così una via professionale. I social sono diventati uno strumento di fruizione importante per tutti quanti noi, hanno cambiato i rapporti tra i musicisti ed il pubblico e costituiscono una bella possibilità. Un musicista che ne coglie l’essenza e li utilizza come canale di comunicazione, può aumentare (e di molto) il suo seguito e mostrarsi anche agli organizzatori, alle etichette, ai produttori e così via.”

Ritornando ad iLiveMusic, è frutto di una collaborazione tra più persone. Durante la creazione di questo progetto ci sono mai state discussioni, e se si come le avete risolte?

“Devo dire che sotto questo aspetto io ed i miei collaboratori siamo stati molto bravi. Abbiamo alle spalle la ‘App to you’, azienda per cui lavoro e che ha permesso di creare questa App, la quale ha una forte esperienza nell’ambito delle startup. La componente tecnologica quindi è imprenditoriale, questo significa già avere una garanzia di base importante. Le persone che fanno parte del team sono molto allineate tra loro, hanno lo stesso obiettivo ed un'unica visione. Non abbiamo avuto problemi, abbiamo lavorato e ragionato insieme con lo scopo di proporre qualcosa di qualità alle persone.”

Sei riuscito a realizzare un grande progetto, come ti vedi tra dieci anni?

“Voglio che iLiveMusic diventi uno strumento non solo in Italia ma anche all’estero, la nostra visione è globale perché questo tipo di meccanismo è possibile in tutti i luoghi dove c’è la musica. Mi piacerebbe quindi poter essere utile e dare servizi ad una comunità internazionale.”