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Incivili Digitali

di Lucia de Cristofaro

Numero 189 - Giugno 2018

Alla guida delle loro auto, fermi ai semafori, per strada, in autobus e treni, i tecno-maleducati sembrano aver invaso la nostra quotidianità, con gli occhi fissi sul display e una delle mani occupata a digitare assiduamente...


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Alla guida delle loro auto, fermi ai semafori, per strada, in autobus e treni, i tecno-maleducati sembrano aver invaso la nostra quotidianità, con gli occhi fissi sul display e una delle mani occupata a digitare assiduamente. Pericolosi ed esasperanti questi uomini e donne dell’era digitale si possono considerare la categoria più numerosa dell’intero pianeta, ovvero quella degli incivili del mobile, coloro che non smettono mai di affaccendarsi con lo smartphone, in qualsiasi situazione si trovino, sfidando anche le regole stradali, visto che la totalità di questa categoria tecno ama continuare ad usare il cellulare multifunzionale anche al volante. Cosa dire poi dei tablet, dei lettori mp3, equipaggiamento base del pendolare. Le caratteristiche di questi “mobile incivility”, che non smettono di consultare i loro dispositivi mobili nemmeno nelle riunioni di lavoro, dimostrando di non poterne vivere senza, sono da individuare in uomini e donne, tra i sedici e i sessant’anni, che non tenendo conto del luogo dove si trovano mantengono accesi i loro smart durante il lavoro, durante conferenze, a teatro, al cinema, durante funzioni religiose, incuranti del fatto che l’audio, non messo in modalità silenziosa, dei loro mobile possa infastidire un’intera sala di intervenuti, e quanti in quel momento sono attenti nell’ascoltare o comunicare, esercitando il ruolo cui sono chiamati professionalmente. -taglio- Cosa dire, poi, di chi rimane connesso anche nei suoi momenti intimi e durante il semplice sonno notturno, e non certo per dovere, ma solo per una dipendenza dalla rete. Ecco dunque che appare all’orizzonte una nuova dipendenza da curare, che unitamente ad altre dipendenze condiziona il comportamento dell’individuo, fino a farlo diventare incivile, pur di alimentare la sua dipendenza. Cosa fare, dunque, per disintossicarsi dall’ abitudine all’ultima controllata alle mail prima di addormentarsi, il buongiorno su Whatsapp prima ancora di aprire gli occhi, il giornale sul tablet durante la colazione, un messaggio al volo prima che scatti il verde al semaforo, in ufficio, dove la nostra ormai irrefrenabile "tecno addicted" non si placherà affatto a scapito del nostra produttività e dei nostri rapporti sociali. Considerato che secondo alcuni studi ogni giorno un utente visualizza lo schermo del proprio smartphone almeno 150 volte, spesso solo per riflesso incondizionato e non per svolgere una vera e propria azione, con un continuo controllare le notifiche, dal telefono ai vari servizi di messaggistica presenti sui computer, che abbassa notevolmente la nostra soglia di attenzione, si può percepire quanto dire basta a tutto ciò sia necessario. Ad aiutarci sulla strada della disintossicazione da “web” troviamo la Digital Detox, una sorta di dieta alimentare, come quella che seguiamo per dimagrire o per cambiare il nostro stile di vita. Solo che non riduciamo carboidrati e grassi ma l’uso, in maniera graduale, dei vari dispositivi elettronici, dallo smartphone al computer, passando per tablet ed e-book. Con il tempo è uno dei metodi più efficaci per ridurre lo stress e soprattutto per controllare le dipendenze da smartphone, app o social network. I vantaggi del digital detox sono molteplici, sia fisici che mentali. La riduzione nell’uso dei dispositivi elettronici ci permette di avere una maggiore concezione del mondo reale, una soglia di attenzione più alta e soprattutto una -taglio2- maggiore capacità nei rapporti interpersonali. Dal punto di vista fisico un uso meno intensivo degli schermi ci affaticherà meno la vista, evitando l’insorgere di particolari patologie visive. Sarà anche utile stabilire delle free zone, ovvero dei contesti particolari dove evitare il più possibile l’uso di smartphone o device mobile. Per esempio durante le uscite con il proprio partner oppure le serate con gli amici, ma anche mentre giochiamo con i nostri figli o andiamo a trovare dei parenti. Riuscirci può sembrare banale ma se siamo assuefatti da notifiche, messaggi e e-mail all’inizio non sarà per niente semplice. Personalmente l’espediente trovato per porsi off line è di individuare dei luoghi, che ancora esistono in Italia e all’estero, dove il segnale è debole e non si ha la possibilità di essere in rete interattiva, ciò inizialmente crea una sorte di fastidio da astinenza, come in tutte le dipendenze, ma ciò può aiutarci a passare dallo schermo digitale, a un bel libro o rivista, dai wapp ai pensieri scritti su carta. Certo tutto questo può sembrare desueto, ma nella vita dal passato al presente, al futuro, si vince solo se si riesce ad essere equilibrati e a non eccedere, né cedere ad alcuna dipendenza. Per chi non è nato nell’era digitale essere Hi tech, può far sembrare moderni e pronti ad accogliere il futuro, ai giovani, può farli sentire cittadini del mondo, immersi in una globalizzazione informatica real time e quindi apparentemente liberi. Ma come sono convinta che non si può chiudere la porta al futuro, così credo che sia necessario un equilibrio tra la piazza interattiva e la piazza reale, affinché si possa davvero definirsi liberi di scegliere, liberi di confrontarsi seriamente e liberi dei propri spazi non forzatamente interattivi. Non siate dunque solo meno mobile-incivility, ma avviate il percorso di disintossicazione che vi abbiamo suggerito e vedrete che la vostra esistenza diventerà meno tech, ma di sicuro più umana e bella nella sua illogicità.





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