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Il profondo dell’anima

di Maresa Galli

Numero 186 - Marzo

I pennelli di vermeer festeggiano i loro dieci anni di carriera con un fantastico nuovo album


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Festeggiano già dieci anni di carriera e presentano il loro nuovo album, “Misantropi felici”, prodotto dall’etichetta Soter e distribuito da Believe Distribution Service: i Pennelli di Vermeer tornano al rock d’autore. Testi che scavano dentro l’essere, per raccontare emozioni, paure, voglia di cambiamento e di fuga, desideri. Una dimensione intima che attinge alle esperienze e alle sensazioni che nascono dal quotidiano accarezzando l’ascolto con brani rock, prog, pop, contaminati.-taglio- La band è formata da Pasquale Sorrentino, voce e chitarra acustica, Stefania Aprea, voce e chitarra acustica, Michele Matto, basso, Marco Sorrentino, rullante e cassa e dalla ‘new entry’ nei concerti, Giuseppe Dardano, chitarra elettrica. Dopo l’esordio discografico nel 2004 con l’album “Mod. Barocco, fragile, maneggiare con cura. Grazie!”, interamente autoprodotto, la band vesuviana pubblica il primo album ufficiale, “Tramedanna”, nel 2007; seguono “La primavera dei sordi” nel 2008, il progetto teatrale “La sacra famiglia” nel 2010 (anche in dvd) e “Noianoir” nel 2014. Con il nuovo album, anticipato dal singolo “Ho perso il pelo”, edito in digitale e lanciato dal videoclip, il gruppo torna al rock ma con il proprio stile che è quello, attinto alle arti visive, di mescolare sapientemente diversi cromatismi, note come sfumature di colore, pennellate su un pentagramma brioso, ironico, fragile ma profondamente ispirato. “Cerco un buco nella settimana”, “Nel mare della sera”, “La luna tutto vede”, “Ho -taglio2- perso il pelo” e le altre canzoni dell’album raccontano piccole storie proiettate in un futuro che ridà tempo al tempo, che ridà voce ai sentimenti. L’autore, Pasquale Sorrentino, racconta che i versi sono nati in un periodo di grandi cambiamenti. La bella copertina e il booklet sono di Antonella Ruggiero e le foto di Paolo Terlizzi. Nelle presentazioni dal vivo la band sfodera tutta la propria energia e la capacità di tenere la scena, come ha dimostrato nel progetto de “La sacra famiglia”, un bel teatro canzone. I testi dei Pennelli, spesso visionari, ironici, sul rigo, sono in italiano e la voce di Stefania Aprea è duttile ed espressiva, tra ballad e folk rock, tra blues ed elettronica. L’amore per i dettagli, per l’arte visiva, la contaminazione come cifra artistica si traducono in armonie orecchiabili mai banali. Chitarre elettriche e fiati completano il racconto musicale che sicuramente non si ferma qui.





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