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Fusione musicale

di Gennaro Santarpia

Numero 187 - Aprile 2018

Massimo Coppola racconta ai lettori di Albatros il suo ultimo lavoro discografico, fatto di esperienze di vita vissuta e sperimentazioni musicali


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Cantautore, compositore, musicista, produttore e arrangiatore, Massimo Coppola inizia ad esprimersi musicalmente in Puglia, dove coltiva contemporaneamente la passione per la batteria, e la voglia di scrivere, suonare e cantare canzoni con in braccio una chitarra. Massimo Coppola si è formato ascoltando gli storici cantautori italiani, ed il panorama degli anni '70-'80, e interessandosi al contempo però anche a nuove sonorità e proposte soprattutto dal mondo del jazz. I continui cambi di contesti e prospettive gli permettono, inoltre, di imbattersi in avventure musicali, scambi culturali e umani, sempre alla ricerca di un equilibrio. Massimo Coppola ha all’attivo tre album: Il primo, "The Answer", dell’ottobre 2011, "Sinceri Oroscopi" del dicembre 2013. (entrambi con etichetta Silent Groove) e il terzo e ultimo "Cristallino" uscito da pochi giorni con Freecom. Noi di Albatros l’abbiamo incontrato in esclusiva.

Iniziamo subito dal tuo ultimo album: come nasce il progetto “Cristallino” e qual è il suo tratto peculiare? -taglio- “Nasce nei due anni passati a Praga; suonavo con una band ed in quel periodo ci sono state tante cose che mi hanno portato a vivere momenti di difficoltà. Come accade spesso, è proprio da quei momenti che si mettono in circolo le idee e la creatività e così è venuto fuori un lavoro compatto che ha una sua dimensione unica. È la storia di questo personaggio che attraversa varie fasi, per poi alla fine capire che c’è bisogno di un po’ di pace interiore: questa si trova dentro noi stessi.”

Ho letto che tra le canzoni “si ripercorre il filo dei pensieri di un sognatore deluso”, chi è il sognatore, e da cosa è stato deluso?

“Il sognatore deluso in questo caso sono io, però anche chi ascolta può rispecchiarsi e sentirsi parte di questa storia. Ognuno di noi nel proprio percorso di vita può imbattersi in delle delusioni che possono riguardare l’amore, l’amicizia, il lavoro…. In ambito artistico ci sono delle circostanze per cui si riesce ad avere grande attenzione, calore e soddisfazione, ma non sempre quest’ultima resta. Chi ha voglia di raccontare delle storie non sempre riesce. È vero che il progresso ha portato ad una condivisione maggiore, però c’è minore attenzione da parte di chi ascolta. C’è molta concorrenza quindi è difficile venir fuori.”

Quali sono le differenze stilistiche coi tue due primi progetti, del 2011 e del 2013? -taglio2- “Il primo disco lo definisco ‘di partenza’: dentro c’era un’ansia ed una voglia di esprimere tante anime diverse, non è un caso che è presente una parte in inglese, brani che strizzano l’occhio al pop anni ’80 e momenti jazz, ambient. Il secondo album, invece, è più sereno e dà una visione più solare, vicina ad un cantautorato già più italiano, vicino alla mie radici. Quest’ultimo album, infine, rappresenta una somma di queste due esperienze musicali precedenti. Sicuramente c’è maggiore maturità nei testi e nella musica ed il bisogno di far venir fuori me stesso nella mia lingua madre.”

Facciamo un salto indietro, come nasce la passione per la musica di Massimo Coppola?

“Nasce prestissimo; i miei fratelli maggiori suonavano ed in casa mia la musica non è mai mancata. La passione è sempre stata autentica, vera. Sono passato dall’ascolto fino alla produzione.”

Sono tante ed eterogenee le collaborazioni che hanno sin dagli esordi caratterizzato la sua carriera: quali di queste ricordi con maggior entusiasmo?

“Sono cresciuto con la musica di Pino Daniele, ed il primo tassello importante è stato quando giovanissimo ho potuto condividere diverse volte il palco con Mario Rosini, un pianista pugliese noto che collaborava appunto con Pino.”





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