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Esplorare il futuro

di Emanuela Chiumeo

Numero 191 - Settembre 2018

Primo anniversario della V-A-C Foundation a Venezia: due donne italiane alla guida di due progetti internazionali di architettura, tra loro ritroviamo Teresa Iarocci


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La V-A-C Foundation è un ente senza scopo di lucro. Fondato nel 2009 dall’imprenditore-miliardario russo Leonid Mikhelson e da Teresa Iarocci Mavica, V-A-C Foundation è impegnata nella produzione, presentazione e sviluppo dell’arte contemporanea. Al Palazzo delle Zattere, sede veneziana della V-A-C Foundation, incontriamo Teresa Iarocci Mavica, esperta di arte contemporanea.

A distanza di un anno dall'apertura della sede veneziana della V-A-C Foundation, quale bilancio si può già tracciare?

“Mi auguro che la nostra presenza a Venezia abbia portato anzitutto l'idea che la Russia è un Paese che si occupa attivamente di arte, che è aperto alla comunicazione, alla cultura. V-A-C Foundation è una fondazione che ha l'orgoglio di essere russa e di saper parlare con tutti: parla con gli immigrati, con gli artisti e i curatori di tutte le nazionalità. -taglio- L'intensa attività degli ultimi 12 mesi lo dimostra. Nel corso del primo anno di permanenza a Venezia, abbiamo già sperimentato il dialogo con l'Art Institute di Chicago. In concomitanza dell’apertura della Biennale, abbiamo inaugurato una nuova mostra, "The Explorers, Part One " di due artisti inglesi, James Richards e Lynette Yiadom-Boakye, affidata ad curatore inglese Iwona Blazwick, direttrice della Whitechapel Gallery. Va detto che la nostra presenza veneziana nasce proprio dalla volontà di mettere a disposizione della città che ci ospita la capacità di dialogo che ci contraddistingue. A questa forte volontà di dialogo va ricondotto anche il progetto ‘sudest 1401’, bar-ristorante completamente autogestito da immigrati, ospitato dalla V-A-C Foundation Venezia senza alcuno scopo di lucro. ‘sudest 1401’ nasce dall’ incontro con Hamed Amadi, regista cinematrografico, rifugiato afgano. Hamed ha creato punti di ristorazione, con l’aiuto di altri immigrati, con lo scopo di raccontare attraverso il cibo il viaggio intrapreso dal loro paese. Ho ritenuto che fosse una metafora perfetta per il lavoro che stiamo portando avanti e abbiamo deciso di cedergli in uso gratuito questo spazio.”

"Free space" è la 16.esima Biennale di Architettura. In che modo V-A-C Foundation ha ritenuto di dare il proprio -taglio2- contributo quest’anno?

“Pur non occupandoci principalmente di architettura, abbiamo voluto fornire il nostro contributo, portando a Venezia il gruppo Assemble, che opera trasversalmente in architettura, design e arte. Vincitore del Turner Prize di Liverpool, Assemble è intervenuta per realizzare il giardino, una delle sezioni incompiute del Palazzo della Zattere. In linea con il concetto di ‘free space’, non volevamo creare un giardino ‘posh’, un’idea di giardino come spazio privato, ma uno spazio pubblico, in linea col Manifesto della Biennale. Per realizzarlo, Assemble si è rivolta ai veneziani, al fine di suscitare il loro interesse verso la laguna, per preservarla sia dal punto di vista naturalistico che antropologico. Da qui il nome del progetto: ‘Laguna viva’. Sono state costruite tre grandi vasche, opera di alta ingegneria, dove l'entomologo Lorenzo Bonometto e Jane Da Mosto hanno riprodotto il microcosmo della laguna. Il gruppo Assemble si è occupato della realizzazione delle famose piastrelle di Liverpol, create seguendo le tecniche di produzione ad encausto delle piastrelle inglesi del 19.esimo secolo. Il rivestimento, in mostra al Padiglione Italia della Biennale, verrà riportato alle Zattere a fine novembre, per completarne l' installazione.





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