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Combattere l’ipertensione

di Marco Mereu

Numero 191 - Settembre 2018

Nei paesi occidentali si è visto che la prima causa di mortalità sono le patologie cardiovascolari e circolatorie e pare ci sia una stretta correlazione fra uno stile di vita mal sano e l’incidenza di queste patologie


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Nei paesi occidentali si è visto che la prima causa di mortalità sono le patologie cardiovascolari e circolatorie e pare ci sia una stretta correlazione fra uno stile di vita mal sano e l’incidenza di queste patologie. L’ipertensione, per esempio, e l’obesità sono patologie endemiche nella società occidentale, infatti si stima che quasi il 44% della popolazione adulta europea soffra di ipertensione, la quale viene considerata un importante fattore di rischio per patologie cardiovascolari. -taglio- Nonostante esista la possibilità di normalizzare i livelli pressori con svariati farmaci ampiamente disponibili in commercio, tale fattore di rischio permane elevato. Così come l’ipertensione, anche l’obesità è una condizione frequente nei paesi sviluppati, infatti solo negli Stati Uniti questi soggetti ricoprono il 34% della popolazione adulta. Molti studi hanno ormai dimostrato ampiamente l’associazione tra l’eccesso di peso e l’ipertensione. Uno fra i più rappresentativi è lo studio di coorte pubblicato nel 2010[1] ha dimostrato che la perdita di 1Kg di peso corporeo comporta in media un calo pressorio sistolico di circa 0,43 mmHg ed un calo pressorio diastolico di 0,36 mmHg, valori che vengono mantenuti e talvolta ulteriormente migliorati nel tempo, anche a 5 anni di follow-up (durata dello studio). Nello studio preso qui in esame, i ricercatori si sono domandati se fosse possibile ridurre i livelli di pressione arteriosa senza l’influenza dei farmaci, decrementando unicamente il peso corporeo. Per condurre questo studio sono stati quindi selezionati 1875 soggetti di età compresa tra 20 e 79 anni, i quali sono stati sottoposti a visite mediche ed antropometriche standard (altezza, peso, circonferenza fianchi). Tali soggetti non assumevano terapia antipertensiva. Al follow-up, dopo 5 anni, più del 75% della popolazione presa in esame, aveva incrementato il proprio peso -taglio2- (mediamente 4,59 kg) e con esso era salito anche il valore della pressione arteriosa. Solo una piccola minoranza dei soggetti non aveva modificato il proprio peso corporeo, mentre il 25% dei soggetti aveva perso peso (mediamente 3,55kg). In quest’ultimo caso, si è visto che ad ogni variazione di chilogrammo di peso, corrispondeva una riduzione della pressione arteriosa sistolica di 0,45 mmHg e una riduzione della pressione diastolica di 0,32mmHg, confermando il dato già rilevato negli studi precedenti. Dunque, in seguito ai risultati ottenuti, si è dimostrato che una riduzione del peso, anche di piccola entità, può determinare un cambiamento dei livelli pressori del sangue, migliorandoli. Questi risultati confermano ulteriormente che le modifiche dello stile di vita hanno un notevole impatto sulla pressione sanguigna e che la riduzione dell’eccesso di peso è un obiettivo importante per la prevenzione primaria di possibili patologie cardiovascolari. Quindi il primo passo da compiere quando si comincia a soffrire di problemi circolatori non è se si ha bisogno o meno della famosa pastiglietta che riporti i valori pressori alla normalità, ma chiedersi se c’è qualcosa da poter sistemare nel proprio stile di vita quotidiano in modo da allontanare l’assunzione di farmaci e porre rimedio al problema con il solo cambiare cattive abitudini.





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