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Cartoon mon amour

di Lucia de Cristofaro

Numero 180 - Settembre 2017

Iniziando dai suoi esordi nel lontano 1908 con Fantasmagorie di Emilie Cohl, il Cartone animato ha sempre accompagnato i bambini, in qualunque latitudine vivessero


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Iniziando dai suoi esordi nel lontano 1908 con Fantasmagorie di Emilie Cohl, il Cartone animato ha sempre accompagnato i bambini, in qualunque latitudine vivessero, sia che fossero le favole più conosciute ad apparire sullo schermo in quella sequenza di disegni animati sia veri e propri personaggi con tanto di storia personale e familiare, che si introducevano nella quotidianità anche degli adulti, rappresentando, di fatto, il loro mondo. Ricordiamo Betty Boop del 1939, donna affascinante e anticonformista, per continuare con Topolino, il classico della Disney, con tutti i parenti protagonisti, antagonisti e affini, in cui appare chiara la raffigurazione della società americana di quei tempi. Infatti tutti i personaggi non sono altro che rappresentazioni di personalità diverse e contrastanti con vizi e virtù, riferite a persone reali come il saggio (Topolino), lo spilorcio (Paperone), il furbo (Gastone), l’ingenuo e scansafatiche (Paperino) e potremmo continuare per un bel po’ visti gli innumerevoli componenti di questa famiglia allargata fatta di zii, nipoti, conoscenti, fidanzate, ma mai una moglie e un marito, una mamma e un papà, quasi come se Disney non volesse che i bambini potessero arrivare a domande relative alla procreazione, guardando i suoi cartoon. -taglio- Una città quella di Topolino, tranquilla, dove non si fanno mai domande scomode, avendo come unico scopo quello di mettere in primo piano una società americana laboriosa e frenetica. I personaggi, infatti, sono pervasi dalla frenesia di realizzare i propri sogni, Disneylandia è il carosello del consumo. Il denaro, a guardar bene, è il fine ultimo a cui tendono i personaggi perché riesce a concentrare in sé tutte le qualità di quel mondo. Non mancano, però, le pietre filosofali, che qui e là, Paperino o Topolino regalano agli spettatori o ai lettori di fumetti, come sempre dedicati ai bambini, ma rivolti nelle loro più intime riflessioni a un pubblico decisamente adulto. A contrastare il sogno americano, targato Disney, arrivano gli irriverenti Charlie Brown di Charles M. Schulz, Mafalda, realizzata dall'argentino Joaquín Lavado, entrambi, insieme ai loro amici, contrastano il mondo benpensante, aprendo le porte al libero pensiero, ad una visione sociale molto lontana dal perbenismo ed invece attenta ai mali sociali quali: individualismo, spersonalizzazione, perdita di valori e punti di riferimento, dialettica tra essere e apparire. Tante sono le domande cui Charlie Brown e Mafalda non sanno rispondere, perché non è importante la risposta, ma il quesito che una mente libera si pone. Nessuna ricetta sul sistema valoriale sociale, bensì dubbi su dubbi, su cui riflettere, in modo ironico e irriverente, tra un sorriso e un sospiro dopo ogni visione o lettura. Ma il cammino che doveva percorre il cartoon era ancora lungo e tanti sono stati i personaggi che lo hanno caratterizzato fino a giungere ai cartoni animati di oggi, -taglio2- che propongono immagini sociali molto forti e di contrasto, come i Simpson, dove a farla da padrone sono i difetti dei protagonisti, che mettono in risalto la normalità di una vita costellata di errori, cadute e riprese, non ci sono eroi nel nuovo panorama del cartoon occidentale, ma persone comuni con più difetti che virtù, spaccato sicuramente veritiero della nostra società contemporanea. Gli spettatori sono divisi nettamente tra coloro che amano e coloro che detestano cordialmente il cartone creato da Matt Groening, ma di sicuro non passa inosservato, diventando per gli studiosi una analisi della società contemporanea, in opposizione alla serie di cartoon nipponici, con al centro eroi, magie, proprie di una cultura che ha in sé il culto del gesto eroico di una missione da compiere per ridare il giusto equilibrio al mondo. Ciò che appare da questo breve excursus sui catoni animati è che essi, qualsiasi mondo rappresentino, dalla favola alla attualità, qualsiasi personaggio abbiano creato, non sono stati mai lontani da una realtà apparentemente nascosta, ma sempre lì pronta a fare da sfondo ad una vita di carta... forse... ma pur sempre una vita, che ha fatto vivere avventure, riflettere e porsi quesiti a generazioni e generazioni di bambini e bambine, che continuano, anche da adulti, qualche volta a fermarsi davanti ad un cartoon e a goderselo ancora una volta, con l’infanzia nel cuore e le parole e la loro filosofia intrinseca impressa nella mente.





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