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Campioni senza tempo

di Paolo Carotenuto

Numero 179 - Luglio-Agosto 2017

Il pluricampione giamaicano è pronto a lasciare la pista. Con uno sguardo ai sacrifici del passato ed al futuro prossimo... che sia di colore Rosso?


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“È stata una delle mie peggiori gare, non sono mai stato così nervoso. La mia performance non è stata fantastica ma non mi sono preoccupato del tempo. Volevo solo correre davanti ai miei tifosi.” Queste le parole al termine della gara in terra giamaicana di Usain Bolt. Il pluricampione olimpico si è imposto in 10"03 negli ultimi 100 metri della sua carriera sul suolo giamaicano, così saluta la sua Kingston con una passerella trionfale, è stato, inoltre, celebrato anche con i fuochi d'artificio che hanno illuminato a giorno lo stadio. Per il campione mondiale una vera e propria passeggiata dinanzi al suo pubblico in una serata in cui a prevalere sono soprattutto le emozioni degli oltre 30mila spettatori presenti al National Stadium per il re della velocità. 'Salute to a Legend', così ribattezzata la serata in onore di Usain Bolt. All’evento hanno partecipato dal vivo anche il primo ministro giamaicano Andrew Holness e il presidente della Federazione internazionale di atletica (Iaaf), Sebastian Coe, che si è espresso così: “Ha cambiato il volto del nostro sport ed ha incoraggiato così tanti giovani ad intraprenderlo.” -taglio- Usain Bolt chiuderà la sua carriera ai Mondiali di atletica di Londra il prossimo agosto e il numero 1 dello Iaaf afferma: “La sua straordinaria carriera sta giungendo alla fine e noi siamo molto emozionati all'idea che questa conclusione avverrà in occasione di un Mondiale. Guardando ai suoi record, qualunque cosa abbia fatto, è sempre stato il migliore". Usain Bolt, nato il 21 agosto del 1986 è l'attuale campione olimpico dei 100 metri piani, dei 200 metri piani e della staffetta 4×100 metri, discipline di cui detiene anche i primati mondiali, stabiliti ai Mondiali di Berlino 2009 (100 e 200 m) e ai Giochi olimpici di Londra 2012 (4×100 m). Di tutte e tre le specialità è anche campione mondiale in carica ed è l'unico atleta nella storia ad avere vinto la medaglia d'oro nei 100 m e nei 200 m in tre Olimpiadi consecutive (2008, 2012 e 2016). È, inoltre, il detentore dei record mondiali dei 200 metri piani delle categorie under 20 e under 18, rispettivamente con 19"93 e 20"13. Non servono ulteriori parole per descrivere ciò che quest’uomo (?) è stato in grado di mettere in atto, proprio come ha affermato il presidente dello Iaaf, ha stravolto questo sport ed è il migliore di tutti! A chi gli chiede cosa farà dopo i Mondiali di Londra, lui risponde così: “I mondiali di Londra del 2017 saranno il mio ultimo impegno, poi lascerò la pista, ma vorrei rimanere legato all’ambiente con un ruolo di -taglio2- ambasciatore. La mia avventura nello sport non finirà. Penso al calcio." Ecco, quest’ultima frase ha lasciato tutti senza parole, da sempre la sua passione è il Manchester United, dato che la prima partita di calcio che ha visto in uno stadio era un match dei ‘Diavoli Rossi’. Il suo idolo di gioventù è stato il centravanti olandese Van Nistelrooy. I rumors affiancano Bolt proprio al Manchester United, ma è attratto anche dal Borussia Dortmund. Da poco è stato presentato il suo docu-film in cui ha ribadito la sua posizione decisa e forte sul doping, netto il riferimento al suo ‘nemico’ Gatlin, squalificato per doping per 5 anni, rientrato in attività solo nel 2010: “Chi si droga deve essere allontanato dallo sport!” Successi e vittorie sono numerosissime ma a una, il campione giamaicano, è particolarmente legato, ovvero Rio 2016, rientrava da un infortunio importante alla gamba sinistra ed ha vinto tutto quello che si poteva vincere: proprio da vero campione. Alla presentazione del film gli è stato chiesto quali le motivazioni per cui ha voluto girare ‘I am Bolt’. La risposta, ancora una volta, puntuale e precisa: “Voglio mostrare al mondo che cosa ci sia dietro ai miei successi: fatica, sudore e duro lavoro. Quando ti alzi alle cinque del mattino per allenarti, significa che credi davvero in quello che fai. E io non ho mai avuto dubbi: volevo diventare il numero uno nella velocità e ci sono riuscito.”





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