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Bruttezza economica

Il pensiero

di Pasquale Matrone

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Il mondo è preda di un delirio che ne sta deformando sempre più natura e fisionomia. La bruttezza cresce, s’ingigantisce, regna sovrana in territori amorfi volgari bugiardi: illuminati da luci artificiali, inadatte a distinguere il colore vero delle cose; inquinati da rumori mirati a soggiogare sensi ragione e volontà; attraversati da sorrisi fasulli di malpagate e incolpevoli marionette adescatrici, al servizio di lenoni insaziabili.


Si chiamano centri commerciali queste nuove cattedrali troneggianti in deserti spirituali sempre più desolati. Veri e propri santuari dell’effimero, dove greggi docili e stolti si recano in pellegrinaggi, più numerosi nei giorni di festa, questi novelli e fittizi paesi dei balocchi stordiscono confondono soggiogano e abbrutiscono. Sconti da capogiro; spendi uno e prendi due; offerte del giorno; videogiochi ultimo grido; sottocosto; affari imperdibili; “prezzi stracciati”... -taglio- File infinite di macchine dirette alla meta, autisti rassegnati, bambini bercianti in abitacoli fetidi di sudore, baruffe per il parcheggio. E poi: donne sgomitanti, per una gonna; ragazzi fotocopia dai capelli colorati; trenini che contendono alla folla gli esigui spazi; finanziamenti a costo zero per l’acquisto compulsivo di oggetti non necessari, inutili... “Prezzi stracciati”? Per la generosità di quale filantropico e anonimo benefattore? Oppure si tratta di merce realizzata dalla fatica di donne e bambini “stracciati”, dagli stenti di gente affamata, schiavizzata da chi dell’altrui sangue fa profitto? Contaminato dalla bruttezza, innalzata a valore, il mondo rischia di essere travolto dalla sofferenza. L’antidoto al veleno, tuttavia, esiste: è una miscela di bellezza, innocenza, amore e gioia, da somministrare al grande malato con dosi -taglio2- quotidiane adeguate di conoscenza, musica, armonia, poesia. Dalla bellezza, dunque, alla gioia, attraverso il recupero dell’innocenza e dell’amore. Per realizzare un concerto capace di rappresentare la Bellezza e di spargere nel mondo semi di gioia, occorre, comunque, che ciascuno degli orchestrali conosca bene la musica e sappia mettere il cuore nel fare la sua parte. E i centri commerciali? Non demonizzarli e, insieme: precisarne essenza finalità e registi; riscattarli dalla bruttezza; sostituirne, infine, i rumori molesti con il suono beneaugurante e salutare di una sistematica risata redentrice, adatta a liberarne gli spazi sia da acquirenti “teleguidati” che da affaristi incalliti e da autentici lestofanti.

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