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ANTONIO CAIROLI

A tutto gas!

di Gennaro Santarpia

Numero 188 - Maggio 2018

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Siamo solo al quinto appuntamento mondiale e con la sua moto ha già vinto parecchie gare. Il numero 222 fa sul serio, e quest’anno vuole chiudere in bellezza


Antonio Cairoli, conosciuto da tutti come Tony, è un pilota motociclistico italiano nato nella provincia di Messina, ed è considerato uno dei più grandi piloti di motocross di tutti i tempi, in virtù dei nove titoli mondiali conquistati (sei dei quali vinti consecutivamente tra il 2009 e il 2014), che lo pongono al secondo posto nella classifica dei piloti di motocross più vincenti della storia. Una carriera quindi sempre al massimo quella di Cairoli, il quale al termine di una lunga convalescenza (si frattura due costole in allenamento, poco prima dell'inizio del Mondiale 2016) riesce a tornare più forte che mai, proprio come racconta in questa intervista esclusiva. Dopo una “botta” simile, i più pensavano che la carriera di Tony fosse giunta al termine, ma l'8 maggio 2017, a Teutschenthal, durante il Gran Premio di Germania, il pilota siciliano torna prepotentemente alla ribalta classificandosi primo in Qualifica ed in entrambe le Manches, e si aggiudica il Gran premio, senza che la sua Leadership venga messa mai più in discussione. Il 2017, inoltre, è stato un grande anno per Cairoli: il 10 settembre 2017 ritorna ad essere Campione del Mondo, a tre anni di distanza dall'ultima volta, conquistando così il suo nono Titolo Iridato. Ancora, è convolato a nozze con Jill, sua compagna da un bel po’ di tempo che come dice lui lo “sopporta e supporta”. Dopo una pausa estiva meritata, Tony ha iniziato il 2018 al top della forma, quasi come se si trattasse di un vero e proprio continuum sportivo della stagione precedente. Infatti, ha già portato a casa due importanti vittorie, considerando che quest’anno c’è Jeffrey Herlings a dargli filo da torcere! Lo stesso Tony definisce il giovane pilota olandese “molto preparato tecnicamente e con un buon approccio alla tensione della competizione”. Sarà certamente un duello senza sosta, e noi resteremo incollati allo schermo della tv per guardare come Tony Cairoli scrive la storia del motocross italiano ed internazionale.

Il 2018 è iniziato davvero nel migliore dei modi, potresti fare un bilancio di questa prima metà dell’anno?

“Beh, per fortuna le ultime due gare sono andate per il meglio, ma è ancora presto per poter fare bilanci particolari, sai, sono un po’ scaramantico! Sarà certamente difficile fare come lo scorso anno, ma mi sto impegnando al massimo col mio team per migliorare i risultati della stagione precedente.”

Quando non sei in pista, come trascorri le tue giornate?

“Difficile dirlo, anche perché passo la maggior parte del mio tempo ad allenarmi e perfezionare la moto di gara in gara. Devo ammettere, però, che appena ho un po’ di tempo libero mi piace andare al mare... in spiaggia mi piace comunque fare attività fisica, non so stare fermo!”-taglio-

Come riesci a coniugare la vita matrimoniale con quella professionale?

“Devo ammettere, e soprattutto ringraziare, che mia moglie Jill è una donna meravigliosa. Non mi ha mai fatto pesare il fatto di essere sempre in giro per le gare, anzi è la mia prima tifosa e mi sostiene in tutti i miei progetti di vita. In ogni caso, cerco sempre di ritagliarmi qualche giorno, tra una competizione e l’altra, da passare con lei e con tutti i miei cari.”

Sono un bel po’ di anni che sei nel mondo del motocross, qual è il ricordo che porti nel cuore?

“Non saprei scegliere! Ce ne sono davvero tanti: penso alla prima vittoria in carriera a Namur nel 2004, alla conquista del primo titolo in Olanda nel 2005. Sono numerose le gare che definisco speciali; come quella al Nazioni del 2006, quando vinsi contro gli americani con un 250, o quella di Arco di Trento dello scorso anno, insomma, un ricordo solo non riesco proprio a sceglierlo!”

Non sei più giovanissimo, temi i giovani che si stanno facendo strada in questa disciplina?

“Eh – ride ndr – un po’ si dai! I ragazzi hanno dalla loro parte una fisicità meno ‘usurata’, ma ne devono ancora fare di strada. Comunque io non mi lascio intimorire, dopo aver passato due anni a lottare con gli infortuni, sono cresciuto a livello morale. La mia motivazione è stata la chiave per ritornare a vincere, proprio per dimostrare a quelli che non ci credevano che non avevo smesso affatto di gareggiare. Inoltre, penso che quindici anni di carriera mondiale, facciano la differenza.”

Si capisce che quindi sei un guerriero...

“Assolutamente si! Non ho mai perso l’entusiasmo per questo sport, sono una persona che ha i piedi ben piantati per terra, ma se non avessi amato alla follia la motocross ora non sarei qui!”

Sai che sei diventato una vera e propria icona?

“Davvero? No, o meglio, non mi definirei così. Mi sento semplicemente una persona che ha seguito il proprio sogno fino in fondo, che è stata educata a fare sacrifici, cosa che mi ha consentito di arrivare dove sono oggi restando sempre me stesso.”

Facciamo un passo indietro, a quando risale la tua prima moto?

“Ho iniziato a circa quattro anni con una Italjet 50 da minicross che mi ha regalato papà Benedetto, grande appassionato di moto. Fino ai 12-13 anni ho girato in moto tutti i giorni della mia vita: naturalmente crescendo sono passato a moto più grandi e potenti, ma la Italjet non la dimenticherò mai!”

Qual è stato il tuo idolo da ragazzo?

“Jeremy McGrath, un grande, mi ha sempre affascinato per la sua tecnica, adoravo i suoi numeri. È sempre stato il migliore!”

Se potessi tornare indietro nel tempo, c’è qualcosa che non rifaresti?

“No, rifarei tutto! Da quando ho preso una multa per eccesso di velocità a quindici anni, a quando mi sono infortunato per la seconda volta. Se sono così oggi, è per tutte le esperienze che ho vissuto in sella alla mia moto!”

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“Dopo aver passato due anni a lottare con gli infortuni, sono cresciuto a livello morale. La mia motivazione è stata la chiave per ritornare a vincere”

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