logo-editoriali

ANNETTE MESSAGER

di Maresa Galli

Numero 191 - Settembre 2018

Artista eclettica, anticonformista, una vecchia bambina che gioca con la vita e con il tempo, una collezionista e una donna artista


albatros-annette-messager

Artista eclettica, anticonformista, una vecchia bambina che gioca con la vita e con il tempo, una collezionista e una donna artista: così si definisce Annette Messager, artista francese tra le più famose a livello internazionale. Classe ’43, nata a Berk-sur-Mer in Francia, ha studiato all’Ecole supérieure des Arts Décoratifs di Parigi e viaggiato molto. Le sue opere si possono ammirare in rassegne e spazi espositivi in tutto il mondo. Tra le sue mostre principali la personale del ‘95 al Musée d’Art Modern de la Ville de Paris; “Feminism/masculin, le sexe de l’art” al Centre Pompidou; la retrospettiva curata da Los Angeles County Museum of Art, in seguito ammirata al MoMA di New York e all’Art Institute di Chicago; la personale alla Biennale di Venezia, dove nel 2005 vince il Leone d’oro per l’installazione “Casino”; al Mori Art Museum di Tokyo e di nuovo in Italia, lo scorso anno, dove l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici le ha dedicato la prima personale, “Messaggera”. -taglio- Sin dagli anni Settanta sperimenta mediante l’impiego di diversi materiali, dall’“object trouvé” alle fotografie, dal ricamo ai libri, dai tessuti alla scrittura, dai metalli ai led elettronici, dai disegni al materiale video passando per giocattoli e animali imbalsamati. Mescola collage, scultura, installazioni con massima libertà espressiva. Per sensibilità si avvicina all’arte di Christian Boltanski, suo compagno e Gina Pane, performance artist francese, tra i principali esponenti della Body Art. Messager ama ribaltare stereotipi e divisioni di genere; nella mostra romana ha disegnato uteri floreali, divertenti, surreali, per invitare ad invertire i ruoli sociali del maschile e del femminile, aderendo ad un’arte concettuale che ha in sé un forte aspetto ludico. Con le sue opere celebra la donna ma non si ritiene femminista. “Ho cercato di assumere una mentalità più aperta verso i materiali, che mi ha permesso di non considerarli rigidamente e di far partecipare alla mia opera attività tipicamente femminili. Era certamente in contrasto con il gusto corrente del tempo che privilegiava un’arte al maschile, la ‘vera’ pittura, la scultura... ma più che di una strategia premeditata si trattava di una reazione istintiva. Sentivo che opporre questi piccoli dettagli quotidiani della femminilità all’arte alta era già di per sé -taglio2- un’affermazione critica”, spiega l’artista. Con l’accumulo di oggetti e la loro manipolazione, con la frammentazione di barthesiana memoria, ridà forma all’esistenza: - “è proprio l’idea di totalità, di interezza – spiega - che trovo spaventosa, poiché per me equivale alla fine di qualcosa”. Mediante l’utilizzo di materiali un tempo ascrivibili all’universo femminile, come i lavori a maglia, mostra la falsità di stereotipi e tabù, mettendo al bando ghettizzazioni che non le appartengono. La sua attenzione ossessiva al corpo umano “come geografia amorosa, come paesaggio”, cattura momenti, fasi, per tranquillizzarci, per riportarci alla fase ludica insieme rassicurante e pericolosa, per “nascondere mostrando”. “La casa stessa è rassicurante – spiega – ma può essere anche uno dei luoghi più pericolosi”. Basta un’ombra, magica e irreale, per far sognare o per spaventare. Nelle sue opere il bello può essere brutto, il sogno può diventare incubo, il corpo intero frammentario, il quotidiano memoria. Tra simboli, icone, frammenti di fotografie, animali imbalsamati, figure e parole, aste metalliche, specchi, parti del corpo in stoffa, plastiche e bambole racconta anche la paura di invecchiare che, però, ci rende più umani.





Booking.com

Booking.com